Sono previsti percorsi di inclusione lavorativa attraverso lo strumento delle borse di lavoro, corsi di formazione per l’integrazione sociale e professionale.
Ogni considerazione possibile relativa alle questioni legate alla gestione delle dinamiche sociali, in una fase segnata dal ripiegamento su se stessa dell’economia mondiale e dalla conseguente espulsione dai processi produttivi di migliaia di lavoratori e lavoratrici e dalla difficoltà di altrettanti ad incrociare possibilità di inclusione, per evitare il rischio di risultare pleonastica deve presupporre la presa di coscienza di un elemento incontrovertibile: non è più possibile rinviare il tempo delle scelte nel sostanziare le politiche di contrasto alle povertà.
E’ improbabile, infatti, che si giunga ad un riorientamento dell’intervento sociale se, a monte, non si radica la convinzione che è fondamentale produrre risposte capaci di invertire gli effetti dei fattori che determinano situazioni di disagio che si fanno via via sempre maggiormente diffuse. L’impostazione assistenzialistica degli interventi, peraltro dentro uno scenario di complessiva assenza di percorsi di integrazione dei Servizi, non produce risposte utili a perseguire il superamento della situazione di disagio sostanziando, al contrario, processi di stigmatizzazione e indebolendo le residue possibilità di inclusione e di fuoriuscita dalla condizione di disagio.
Lo scorso ottobre, è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia il Piano Regionale delle politiche Sociali 2009- 2011 con l’obiettivo dichiarato di porre in essere la costruzione di un sistema di servizi sociali e sociosanitari proteso al miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di benessere. Il Piano, redatto attraverso la metodologia partecipativa, si pone in alternativa a quello che viene definito dispersivo obiettivo di contrasto al disagio puramente economico.
Da questo punto di vista, il lavoro di programmazione e di pianificazione degli interventi nell’ambito della definizione del Piano Sociale 2009 -2011 rappresenta una grande opportunità di svolta nella direzione del superamento dell’impostazione monolitica su cui spesso, in assenza di strumenti alternativi, si fonda la natura degli interventi in ambito sociale e nella possibilità di porre le basi per la costruzione di una offerta articolata di servizi organizzata sulla scorta di parametri più prossimi al bisogno reale delle persone: l’idea dominante del Piano Regionale è quella di rimuovere le cause che determinano povertà e rischio di esclusione e marginalità per quei nuclei familiari e quelle persone che… sono sovraesposte rispetto al rischio di nuove povertà.
Il tutto va tradotto sul territorio in attività concrete. Le azioni fino ad oggi realizzate dal Piano di Zona di ambito (Modugno-Bitetto-Bitritto), pur avendo fatto emergere criticità, talvolta anche importanti, hanno rappresentato un primo tentativo di interazione fra diversi attori che ha consentito l’avvio di un processo di confronto e di riflessione sulla sostanza degli interventi giungendo alla convinzione che è necessario porre l’attenzione sulla realizzazione di meccanismi di intervento sociale utili a produrre opportunità di inclusione piuttosto che interventi di sostegno prevalentemente di carattere economico senza finalizzazione nell’ambito di una prospettiva di rimozione della causa del bisogno.