A Modugno la sinistra è fessa, rotta, divisa, spaccata, contorta come la pianta con cui si identificava. A Modugno, dove anche i bambini sanno che le “Cornole” sono “di Ruccia”, è diventato un mistero buffo sapere chi, fra i vari gruppi che componevano la maggioranza, ha il diritto di rappresentare la sinistra.
Da bravi eredi di falci e martelli vari si accusano, a vicenda, di aver fatto scappare le vacche ed ora ne cercano le corna fra le poltrone dell’aula consiliare che finalmente libereranno da quello che avevano di più somigliante alla faccia. Nell’aula consigliare di palazzo Santa Croce si assiste da anni ai patetici tentativi di accomodamento da parte di vari esponenti della sinistra consociativa di infelice memoria.
Un susseguirsi di richiami alla unità, al programma comune, allo “stiamo assieme tanto dopo tutto si aggiusta” a cui viene contrapposto un perentorio, unico interrogativo – chi rappresenta la sinistra? – Domanda chiarificatrice dei motivi dello scollamento di una sinistra allo sbando che da dieci anni arranca, schiacciata da una amministrazione inefficiente che come un enorme macigno pesa sulla coscienza di chi non ha rispettato gli accordi raggiunti in campagna elettorale. Domanda che ha messo a nudo il motivo della rottura tra i gruppi, le eterogenee liste civiche che hanno affossato una città di 40.000 abitanti.
Eppure molti hanno creduto nella sinistra modugnese, in quelle persone che hanno ridotto così la città. Ora si attendono gli sviluppi di una situazione in cui iniziano a manifestarsi sotterranee manovre per portare allo scoperto i retroscena e le responsabilità di chi ha impedito che si raggiungessero gli obiettivi indicati nel programma sbandierato nelle trionfali campagne elettorali e votato dalla comunità modugnese di sinistra. Sui muri della città appaiono i primi inviti, indirizzati ai propri compagni di coalizione, ad assumersi la responsabilità del fallimento.
Incombenza lasciata sempre agli altri però. Ben altro servirebbe per risollevarsi dopo questo lungo periodo di non governo che la classe politica espressa dalla sinistra modugnese ha regalato alla città. Le motivazioni di questo insuccesso, sicuramente, sono più di una, l’incapacità amministrativa, l’inaffidabilità politica di chi persegue unicamente obiettivi di “visibilità”, di chi fa politica solo per raggiungere poltrone da assessore, l’immobilità, la rozzezza politica di chi negli ultimi spasmi di agonia amministrativa, invita, nella sua sede politica, i capogruppo consiliari per stipulare un accordo di “tregua politica” (sic !).