Aveva appena ricevuto un sussidio economico. E’ morto ieri, 25 gennaio, Tommaso Fiore, il 55enne che si era dato fuoco in piazza Sedile lo scorso 12 gennaio. Le ustioni erano troppo gravi e il cuore ha ceduto nella mattinata. Ancora oscure le motivazioni del gesto estremo.
Molti giornali, locali e non, hanno attribuito la causa della disperazione al problema della disoccupazione ma noi di Bari Sud Ovest possiamo dirvi che non è così. “Tommaso Fiore era in cura presso il Csm di Modugno dal ’95 – ha affermato Vito Maffei, presidente del Csm – e nel ’98 si era reso completamente autonomo”. Questo significa che non aveva più bisogno di una terapia farmacologica intensiva e aveva incominciato ad assumere una terapia mensile Long Acting.
“La terapia – continua il direttore del centro – era stata richiesta dallo stesso Tommaso per sentirsi più autonomo”. Bisogna anche sfatare l’errata versione del suicidio per questioni economiche infatti, comme ha affermato lo stesso Vito Maffei, il paziente aveva ottenuto un sussidio economico mensile che gli permetteva il normale sostentamento.
“Il 20 dicembre Tommaso aveva finalmente avuto il sussidio che gli spettava con gli arretrati. Era contento perchè avrebbe potuto passare un buon Natale con la sua famiglia. Era una persona socievole, partecipava ai laboratori e alle gite che organizzavamo con i pazienti. Era migliorato dalla prima volta che ha deciso, spontaneamente, di venire da noi. Per questo il suo gesto rimane ancora privo di una reale spiegazione”.
Le autorità sono state vicine alla famiglia sia al momento del fatto sia dopo. “Si era fatto benvolere da tutti – commenta Maffei – io stesso quando ho saputo dell’accaduto mi sono precipitato all’ospedale e sono stato vicino alla famiglia. Cosa ha portato, quindi, uno dei pazienti più tranquilli del centro, collaborativi, che aveva appena ricevuto un aiuto economico a compiere un gesto così eclatante?