Nicola Del Zotti lascia la Polizia Municipale dopo 43 anni di carriera. Assunto nel ’68 andrà in pensione il 30 giugno 2011. Se Modugno è cambiata negli ultimi 43 anni? Ne sa qualcosa il comandante della Polizia Municipale, Nicola Del Zotti, che il 30 giugno 2011 andrà in pensione dopo una vita intera spesa al servizio della nostra città.
Ha 24 anni quando viene assunto come vigile con un contratto a tempo determinato l’11 gennaio del 1968. Nel marzo 1971 è nominato vice comandante con il grado di maresciallo onorario, nel giugno 1973 comandante con il grado di tenente. Diventa maggiore nel marzo 1980. Dall’ottobre 1995 assume e mantiene sino ai nostri giorni, ininterrottamente, l’incarico di dirigente del VII Settore “Polizia Municipale e Servizio Territoriali”.
Nella sua lunga carriera ha ottenuto ben due onorificenze. La prima, il 27 dicembre 2003, data in cui è stato insignito del titolo di “Ufficiale al merito della Repubblica Italiana”. La seconda, il 22 luglio 2009, in cui gli è stata conferita l’onorificenza di “Commendatore al merito della Repubblica Italiana”. Ne ha viste tante. Da quando i vigili urbani si occupavano dell’immatricolazione dei mezzi agricoli e della vigilanza per la leva degli animali, ai nostri giorni, in cui l’evoluzione della società e delle abitudini di vita hanno inevitabilmente modificato il concetto di controllo del territorio e di conseguenza i compiti della Polizia Municipale.
Nicola Del Zotti ha vissuto la trasformazione di Modugno da paese agricolo a città industriale. Trasferendo il proprio ufficio dall’orologio di Piazza Sedile dove oggi c’è la sede della Pro Loco, a via Conte Stella, ai locali in via Zanchi (dov’è rimasto per 25 anni) e, infine, nell’attuale Comando in via Maranda, inaugurato 9 anni fa. “Ho un ricordo bellissimo dei colleghi anziani che mi accolsero – ci ha detto Del Zotti iniziando il suo racconto – si trattava per lo più di reduci della Seconda Guerra Mondiale, poco scolarizzati, come si dice oggi, ma con un’esperienza di vita eccezionale.
Persone capaci di valutare le situazioni in un batter d’occhio e di comportarsi adeguatamente. Forse (e sottolineo forse) sbagliavano qualche verbo, ma difficilmente esitavano nell’affrontare e risolvere un problema. Eccezionali maestri di vita senza diplomi e senza lauree”. Ma qual è il ricordo più importante? “Era l’agosto del 1991 – ci ha raccontato il comandante alzando gli occhi al cielo come a rivivere quei giorni – Fummo chiamati dalla prefettura perché al porto di Bari erano sbarcate decine di migliaia di albanesi su barconi enormi e affollati.
Ci dissero che avremmo dovuto ospitarne un’ottantina, tutte famiglie con bambini, e ci mettemmo subito in moto per preparare l’accoglienza. Era notte fonda. Io e i miei uomini allestimmo le aule al piano terra della scuola materna nell’allora istituto della Suore Mantellate con brande. Per circa due mesi siamo stati il punto di riferimento del campo. Eravamo gli addetti alla somministrazione degli alimenti e all’accoglienza. Molte di quelle famiglie sono rimaste nella nostra città e negli anni si sono perfettamente integrate. Credo che quell’esperienza abbia influito sulle onorificenze che ho poi ricevuto”. Di storie Del Zotti ne avrebbe da raccontare. Ma alla domanda su come siano cambiati i modugnesi in tutti questi anni, lui che ha avuto una vetrina privilegiata per studiarne e osservarne comportamenti e abitudini, la risposta è stata quasi malinconico.