Il Pdl in “laboratorio” per una coalizione quanto più ampia possibile «alternativa agli ultimi 10 anni». Nel centrodestra nessuna ipotesi ufficiale di candidatura. «Il nome verrà fuori intorno ad un programma condiviso». Per Mele «alle primarie si ricorre quando manca l’intesa». L’ipotesi di Futuro e Libertà a Modugno? «Una forza in più per la coalizione».
Sig. Mele, tra qualche mese Modugno sarà chiamata alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale ed eleggere un nuovo Sindaco. Il nome di qualche candidato Sindaco ufficiale e di qualcuno ufficioso già circolano. Nel centrodestra esistono ipotesi di candidatura?
Nel centrodestra attualmente non esistono ufficializzazioni di candidature. E’ chiaro che in questo momento viviamo una sua fase di aggregazione e di laboratorio che ovviamente tenderà a sintetizzare in una coalizione quanto più ampia possibile, tutte quelle forze che intendono avviare un’alternativa seria e concreata di discontinuità all’attuale amministrazione di centrosinistra. Facendo poi una sintesi di queste forze politiche, partiti e anche associazioni, se vorranno fare parte di questa coalizione e vorranno stare insieme dietro ad un programma, è chiaro che una volta stabilita la coalizione quanto più larga possibile, ripeto, insieme e intorno ad un programma condiviso, laddove la nostra esperienza ci porterà a formularne uno abbastanza dettagliato, da quelle forze verrà fuori il nome del candidato. Al momento non ci sono preclusioni, non ci sono primogeniture, non ci sono pregiudizi nei riguardi di nessuno.
Quali sono secondo lei i pregi ed i difetti dell’attuale “governo cittadino”?
Francamente se devo essere onesto e sincero fino in fondo per quanto concerne i pregi, dovrei fare uno sforzo enorme per riuscire a individuarne qualcuno, difetti ce ne sono tanti e infatti questa domanda potrebbe girarla a qualsiasi cittadino, camminando per le strade di Modugno e le risposte le darebbero loro. Per dirla in una battuta, sicuramente Modugno non ha vissuto bene gli ultimi dieci anni dal punto di vista amministrativo, anzi se posso mutuare una frase dell’ottimo Nicola Magrone,
Modugno ha vissuto dieci anni di segregazione in queste due legislature passate senza aver ricevuto neanche un avviso di garanzia.
È parere comune che l’attuale amministrazione, la quale si è distinta per un non ben identificato progetto politico condiviso, abbia rallentato la macchina amministrativa non fornendo ai dirigenti indirizzi politici chiari. Tale deduzione corrisponde a verità?
Si, in qualche modo questo credo sia vero perché nelle due amministrazioni che il dott. Rana ha guidato, ha cambiato tantissime volte gli assessori, quindi, probabilmente, è mancata pure la continuità dell’indirizzo politico, ma anche questa “colpa” sicuramente va ascritta a chi ha guidato la città in questi ultimi dieci anni, ovvero in queste due ultime legislature. Non ultimo, nella seduta di consiglio comunale del 30 settembre avente all’ordine del giorno gli equilibri di bilancio, dove per
legge è prevista la presentazione anche delle schede programmatiche, attestanti lo stato di attuazione dei programmi che il comune si era dato nella sede di bilancio di previsione, queste schede degli assessorati, che poi vanno verificate in fase di equilibri di bilancio, mancavano. Questo, secondo me, la dice lunga a significare che se non c’è un consuntivo di quello che si è previsto, probabilmente non c’è stata neanche una previsione credibile o un progetto compiuto di quello che poi si voleva fare.
Ma torniamo alla prossima tornata elettorale. Ad oggi sussistono le condizioni per la costituzione di una coalizione che proponga il centrodestra al governo della città di Modugno?
Si, il centrodestra modugnese, il PdL in particolare sta lavorando ormai da diverso tempo al progetto di una coalizione quanto più ampia possibile, che si riconosca nel centrodestra o che abbia vissuto nel centrodestra le ultime campagne elettorali sia quella della provincia, sia quella alla regione e partire da lì per formare un gruppo di forze politiche, di partiti e anche di associazioni, che in questo momento in discontinuità con l’attuale governo cittadino, vogliano far parte di questa nuova idea di
città, di cui il PdL insieme alle altre forze dovrà farsi carico.
Siamo abituati ormai da diverso tempo a “subire” una politica fatta di accordi tra persone piuttosto che caratterizzata da progetti per il bene della collettività, non le sembra sia arrivato il momento di invertire la rotta?
Io sono modestamente dell’avviso che sia i progetti politici, quindi i partiti e le persone non possano e non debbano viaggiare su due binari differenti o che vadano in direzione diverse. Le idee delle persone e dei partiti politici devono viaggiare su binari medesimi perché comunque queste camminano sulle gambe degli uomini e quindi, tutto sommato sono poi gli uomini che in qualche modo debbono intendersi sui progetti politici. Ognuno di noi, io credo che si riconosca, o viaggia, o decide di fare il proprio percorso, in questo caso l’avventura politica, insieme alle persone con le quali ci si capisce meglio, con cui ci si intende e magari si riesce in fondo anche a volersi bene, per volere il bene della propria città.
Nel centrosinistra è diventata ormai consuetudine l’utilizzo delle primarie, che parere ha a riguardo di tale strumento partecipativo?
Io ho una mia idea su quello che è lo strumento delle primarie. Le primarie possono anche essere uno strumento, ma al quale il centrosinistra ha dovuto ricorrere in quanto non c’era un’intesa, non c’era un accordo al loro interno. Quindi è uno strumento democratico possibile, ma si deve essere in qualche modo obbligati a ricorrere a tale strumento. Se c’è un accordo, un dialogo, un’intesa, una sintonia con le forze in campo, con gli attori, con tutte le parti politiche e sociali che vogliono far parte di un progetto politico serio, credo che in fondo si possa anche fare a meno delle elezioni primarie.