A Modugno in via Principessa Elena, al civico 58, è a disposizione dei cittadini un CSM – Centro di Salute Mentale, ndr – per la prevenzione, cura e riabilitazione dei disagi psichici. Per capire meglio di cosa si occupa questo centro abbiamo intervistato il dottor Maffei, dal 2008 direttore della struttura.
Il CSM copre l’area territoriale compresa fra Modugno, Bitetto e Bitritto e quest’anno si è occupato di circa 850 pazienti. All’interno della struttura operano medici psichiatri, psicologi, assistenti sociali ed infermieri il cui obiettivo non è solo quello della cura di patologie ma anche la prevenzione del disturbo psichico nonché la riabilitazione dei pazienti.
“Il centro di salute mentale – spiega Maffei – si occupa di interventi di terapia e non solo: come gruppo di lavoro ci impegniamo, infatti, a funzionare non solo come ambulatorio. Lavorando in rete con altri enti del territorio è possibile puntare sulla riabilitazione e soprattutto sulla prevenzione del disagio”. “L’equipe – continua il direttore – ad un certo momento ha notato che la richiesta d’intervento sull’acuto era decisamente eccessiva e da qui è scaturita la decisione di puntare sulla prevenzione: dovevamo dare agli utenti risposte non solo medicalizzate perché così il paziente perdeva la sua autonomia”.
Abbiamo attivato due residenzialità assistite e una casa alloggio» è scaturita dunque un’operazione culturale, puntando da un lato, ad affrontare il disagio del paziente nel suo stesso contesto familiare dando alle famiglie il supporto necessario per convivere con la disabilità; dall’altro a cercare di rimuovere le cause che possono portare ad un disagio psichico. Tuttavia questa operazione rischiava di rimanere nell’astratto se non si fossero trovati gli strumenti legislativi e sociali adatti per tradurre in pratica il progetto. Per questo motivo il centro ha fatto rientrare questa attività nei “Piani Sociali di Zona” per lavorare in rete con gli altri enti, condividendo il progetto con le autorità politiche. “Non si può fare prevenzione e riabilitazione – spiega Maffei – senza un intervento di questo tipo.