A Modugno serve un cambiamento radicale. Manca un collante politico tra le istituzioni e la comunità locale. Gli innumerevoli rimpasti, le troppe cariche di potere, il cambiare spesso partito hanno dato un chiaro segnale di mancanza di idee e di progettualità amministrativa.
Il 2006 dopo una vittoria al primo turno davvero inaspettata, in quanto ci si attendeva almeno un ballottaggio, considerata la consistenza degli avversari Sanseverino e Bruno, l’amministrazione “Rana due” insediata nel maggio scorso appoggiata dalla coalizione di centrosinistra (Lista civica per Modugno, No alle Centrali, Udeur, Margherita ,DS, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista) si riconferma alla guida del governo cittadino.
Con ben diciotto consiglieri (sedici più due determinati dal premio di maggioranza) tra l’entusiasmo dei suoi sostenitori e il gradimento di coloro che pur non masticando quotidianamente il “politichese”, assolutamente, non dispiaciuti di una sua riconferma anche alla luce di un buon operato nel primo mandato. Ora ci chiediamo cosa sia successo nel corso di questi anni di tanto grave, da trasformare l’incanto in amaro disincanto. Il rapporto cittadini modugnesi e Palazzo di Città davvero deteriorato è ai minimi storici. Il crescere in maniera spropositata di associazioni, comitati pro e contro, se da un lato sono la conferma più alta di un’espressione democratica, dall’altro sottolineano come gli avvenimenti siano stati avversi.
Quando la gente si associa? Quando non sente tutelata i propri diritti, quando vede a rischio quelle idee e/o nel concreto quei beni universali quali potrebbero essere l’ambiente tanto per citarne uno o progettuali quali una riqualificazione dell’ambiente urbano, il che non significa costruire ed erigere esclusivamente case e palazzi, ma il tutto bisogna contestualizzarlo all’interno di un progetto urbanistico degno di questo nome.