Hai voglia a citare (con il copia/incolla è facilissimo) il pensiero di quegli autori che, quando scrivevano di come si governano le comunità, spiegavano perché il governo democratico sia peggio della oligarchia e della tirannide, rispettive degenerazioni di aristocrazia e monarchia. In tanti dicono di essere d’accordo con questi autori ma continuano, incoerentemente, a citare quel primo ministro che il secolo scorso affermava che pur essendo una degenerazione del buon governo del popolo, la democrazia è il miglior sistema possibile per governare un paese. Dimenticano, però, che quel primo ministro era suddito di un re, e che presiedeva il governo di un paese retto dalla monarchia da vari secoli.
Si appellano alla democrazia quando sono in minoranza; non accettano opinioni diverse dalla loro minoritaria opinione personale; in nome della democrazia pretendono l’adozione di usi, costumi ed etiche contrari agli usi, costumi ed etiche della maggioranza. Si dicono democratici specialmente quando pretendono di rappresentare tutti gli altri ma nessuno li ca…pisce e nessuno li vuole.
Danno del “fascista” a chi dissente dal minoritario pensiero unico di quel aggregato umano che si paragona ad un altrettanto minoritario aggregato marino come quello delle sardine, ignorando che i fascisti, nel 1914, erano una minoranza che andò a sacrificarsi per l’Italia nelle trincee del Carso e sulle rive del Piave.
Il loro è un pensiero minoritario, spacciato per democratico, che cercano di imporre manganellando – oggi ancora a parole, domani forse di nuovo con gli estintori – chiunque dissenta dal loro pensiero.
Prima ancora che si parlasse di sardine, di “democratici” come loro, a Modugno, ce n’erano già tanti.
Con una democratica minoranza numerica hanno gestito la città, contro il volere della maggioranza che non li ha votati.
Questo grazie alle decisioni prese, democraticamente, 5 anni fa da una insignificante minoranza in qualche riunione dove alcuni, democraticamente, hanno fatto valere la loro opinione contro tutti gli altri.
Errore che si sta ripetendo oggi a Modugno.
Negli ultimi 12 mesi, per più di una volta al mese, i candidati democratici alla carica di sindaco si incontrano per decidere “democraticamente” chi dovrà assurgere a candidato unitario del centro sinistra nelle prossime consultazioni comunali. Democraticamente, tutti gli autocandidati, forti a volte solo del loro unico personale consenso, si incontrano per confrontarsi e dibattere su di un unico argomento: “chi è meglio di me?”.
Inutile dire che in un anno di incontri, per svariate volte, prima ad uno poi ad un altro, a rotazione, è stato concesso un parziale consenso a rappresentare tutti gli altri. Tutti però contrari a quelle “primarie” che caratterizzano il Partito Democratico. Partito democratico che a Modugno, in molti, assicurano sia democraticamente diviso in più parti, tutte minoritarie. Alcuni sono pro candidato unico, altri pro consultazioni primarie, altri ancora sono pro i loro vecchi amici. Questi ultimi, sempre a detta di qualcuno, sono solo un paio, ma sono i più democraticamente potenti.
insomma solisti che se la suonano come se fossero un orchestra.