Perdere fa bene

c’e voglia di rivincita

Ieri, 20 marzo, il Pd modugnese ha organizzato un incontro sul tema, ”le ragioni della sconfitta per una rinascita democratica”. Discorsi e spiegazioni che gli intervenuti: Dario Ginefra, deputato, Adalisa Campanelli, della segreteria regionale del partito, Irma Vaccaro Gammone, del coordinamento del Pd locale e il coordinatore Mimmo Cramarossa hanno largamente discusso con gli elettori intervenuti nella sala Le Volte di via C. Stella.

La pacata esposizione dei motivi del cattivo risultato elettorale e la formulazione di propositi e proposte per la riorganizzazione del Pd, non sono bastate a sopire del tutto lo sconforto che naturalmente pervade gli animi degli sconfitti.

Da osservatore esterno e distante dalle dinamiche politiche del Pd, devo rimarcare come le considerazioni finali dei relatori e gli interventi dei presenti non sono del tutto dissimili da quelle alle quali sono giunti gli esponenti dell’altra parte dell’”arco costituzionale”, quel centrodestra che pur potendo esibire un risultato numericamente migliore non può certamente dirsi soddisfatto del risultato ottenuto nel centrosud. Mal comune…pentastellato? Forse sì, ma non del tutto catastrofico.

Come più volte detto e scritto i prodromi della sconfitta erano evidenti. A chi voleva vederli certo, ma la cecità che ha colpito i politici, giustamente sconfitti in queste elezioni, è stata determinata proprio da quella lontananza, fisica oltre che telematica, denunciata più volte. Distanza che nelle assemblee di ognuno degli schieramenti politici sconfitti, viene indicata come motivo principale della disaffezione degli elettori verso i vecchi partiti di appartenenza. In molti hanno votato per dispetto, per danneggiare, per colpire chi li ha trascurati, non solo per credulità nei regali dei neo babbo natale.

Una sconfitta a testa non fa male a nessuno? Forse. Magari fa pure mezzo gaudio, per completare il proverbio sopra malmenzionato, perché un’altra particolarità che accomuna destra e sinistra nelle loro disamine postelettorali, è la voglia di tornare a fare politica davvero e non semplice amministrazione clientelare. Che sia la volta buona? Del resto come si dice: squadra che perde va cambiata, o sbaglio?

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