Gli incontri e le trattative per la composizione di un governo che governi sembrano avviarsi, sempre più, verso la stessa conclusione del film di Sergio Leone: “Il buono, il brutto e il cattivo”, con il “brutto” che all’atto di sparare scopre di avere la pistola scarica e capisce di essere stato gabbato, mentre il “cattivo” muore, fulminato dal “buono”.
Quel film si conclude con la risposta, urlata dal gabbato “brutto” verso l’imbroglione “buono” al quale egli stesso aveva chiesto “…buono, sai cosa sei? – la domanda – un grandissimo figlio di puttana….la risposta; mitica, italianissima, con un eco che va a perdersi nella colonna sonora di Ennio Morricone.
Da cosa sarà sovrastato invece l’urlo che i tantissimi “brutti” elettori urleranno quando si renderanno conto di essere stati gabbati con promesse che i “buoni” non potranno mantenere?
La sfida che ha visto contrapporsi i partiti storici e il Movimento grillino in un “triello” come quello cinematografico è stata combattuta esclusivamente con le armi dell’inganno, c’era chi la sparava più grossa e chi la sparava più velocemente, mentre, i più creduloni, alla fine non avevano nemmeno la possibilità di difendersi in una campagna elettorale che è diventata una sporca guerra di conquista del consenso elettorale, priva di qualsiasi aspetto politico.
Chi sia il “buono” che ha vinto e chi è il “cattivo” che è morto non è ancora dato di sapere con certezza. Si sa con sicurezza invece chi è il gabbato “brutto” che già urla la sua rabbia, è il popolo italiano.