comunicato Ecodem puglia
L’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata il 1/2/2018 (BURP n. 17) dalla Regione Puglia per realizzare l’ “Impianto di recupero di rifiuti tramite ossicombustione flameless” è stata di fatto annullata qualche giorno dopo (tramite la procedura di “autotutela”) perché sarebbe venuto meno il requisito principale che giustificava l’impianto medesimo: i rifiuti urbani derivanti dal trattamento meccanico-biologico (TMB) dell’indifferenziato della città metropolitana di Bari (pericolosi e non) non alimenteranno l’impianto di coincenerimento. Praticamente sembrerebbe che per l’impianto progettato (anche da AMIU) non sia stato stretto alcun accordo (tra Newo ed AMIU) in merito al materiale da conferire (da parte dell’AMIU). Non ci sembra opportuno fare commenti di alcun tipo su tutta questa vicenda (che già in precedenza abbiamo definito grottesca) perché non ce n’è bisogno. Il disappunto di Ecodem Puglia, al riguardo, è soprattutto di natura politica in quanto non si riesce a comprendere quali siano state le motivazioni per cui il “plenipotenziario di turno” si sia avventurato in questa progettualità molto controversa, inappropriata, inutile e pericolosa. Avranno tanto da ridire le opposizioni in merito a questa vicenda, anche perchè, a nostro parere, andrebbe verificato tutto l’iter del procedimento per accertarne la regolarità. Al riguardo infatti vanno comprese le ragioni per le quali il Comitato VIA non abbia ritenuto opportuno promuovere “motu proprio” uno studio epidemiologico preliminare, accettando, invece, l’indagine effettuata dal soggetto proponente. Un altro aspetto che secondo Ecodem Puglia, non andrebbe trascurato, è quello relativo all’annullamento in “autotutela” dell’AIA per rimettere in discussione l’impianto di ossicombustione della Newo: se tale provvedimento non viene motivato molto bene si corre il rischio, per negligenza e/o malafede, che venga annullato da una sentenza del TAR che inesorabilmente metterebbe la parola fine alle giustissime e motivate opposizioni alla costruzione dell’inceneritore. Nell’economia generale di una gestione regionale dei rifiuti ispirata ai principi dell’Economia Circolare, secondo noi, non ci sono i presupposti per realizzare un impianto in grado di trattare più di 50000 t/a di rifiuti indifferenziati provenienti da TMB. Si contraddice, infatti la strategia di fondo adottata per la chiusura del ciclo dei rifiuti (ribadita anche di recente dall’Assess. Caracciolo): riduzione dei RSU, raccolta differenziata e recupero di materia (e di energia). Per gli Ecodem Puglia, che da molto tempo insistono sulla necessità di dotare il sistema regionale di un’impiantistica pubblica in grado di trasformare tutte le frazioni della RD (umido e secche) in risorse riciclabili per l’intero territorio regionale innanzitutto attraverso gli impianti di compostaggio (o combinati) per la FORSU, risulta inaccettabile il suddetto impianto di “incenerimento”. Purtroppo dobbiamo denunciare che il ruolo del PD ha lasciato molto a desiderare in questo senso ed il grave scollamento fra la sfera politica e quella istituzionale (anche nell’ambito dello stesso Partito) sta arrecando seri danni a tutta la regione. Sarebbe ora che si cambiasse radicalmente questo modo di fare politica per ridare fiducia ai cittadini e per attenuare (se non è troppo tardi) le violente folate di antipolitica che quotidianamente imperversano su tutto il Paese.