parte 2
Nei libri di storia, fra i vari modi di come i popoli sono stati sottomessi da altre nazioni quelli più frequenti sono tre: uno è quello antichissimo della conquista di un popolo con la guerra, sempre più desueto ma ancora valido. Un altro metodo è quello della sottomissione per religione; vedi l’islamizzazione “obbligata” dall’Isis oggi e quella, più culturale, dei sec. VII-XI nel bacino del Mediterraneo, o come quelle europee dei sec. XVI-XVII fra cattolici e protestanti. Il terzo metodo, il più efficace, è la conquista economica. Conquista economica oggi a pieno regime. Sono ormai decine le nazioni che sono state assoggettate a forze politiche “estranee” senza che qualche forza militare abbia invaso i loro territori. Sono state “occupate”, poste sotto “tributo”, senza che i popoli si siano resi conto di essere stati sottomessi. Il “tributo” alle forze “estranee” è imposto sotto forma di debiti e tasse. Gli asserviti credono di pagarlo per il loro stesso bene e per il bene degli altri popoli soggiogati come loro.
Quest’ultimo metodo di conquista, benché sia il più lento da imporre, è il più sicuro – non ci sono militari “stranieri” che sfilano nelle strade, quando sarà “finito tutto bene” torneremo a celebrare i riti religiosi e saremo liberi di viaggiare, di discutere e contestare, di eleggere i parlamenti. Gli “estranei” saranno addirittura salutati come “generosi e altruisti” mentre noi conquistati useremo le nostre stesse istituzioni “democratiche” per trasferire la nostra ricchezza a chi ci ha sottomessi.
La conquista degli “altri” e di ciò che possiedono, è il motivo scatenante delle guerre. Da quella di Troia, alle tre di Roma contro Cartagine, dall’assalto dei galli di Brenno al Campidoglio a quello delle campagne elettorali per Montecitorio e Palazzo Madama. Tutte guerre per appropriarsi del”la’rrobba” degli altri. Il barbaro Brenno truccava la bilancia che misurava l’oro del riscatto, dovuto dai romani, aggiungendovi il peso della sua spada prima che il romano Camillo gli urlasse:
«Non auro, sed ferro, recuperanda est patria» (“Non con l’oro, ma con il ferro, si riscatta la patria”).
Ma questa è una storia che abbiamo dimenticato. Lo si vede in questi giorni di arresti domiciliari ai quali siamo condannati. Quando si parla dei nostri politici, sembra di ascoltare quello che da sempre dicono dei nostri eserciti; dalla guerra di Crimea di Cavour all’ARMIR mussoliniano: “soldati eroici, generali incompetenti”. Nei paesi barbari d’oltralpe, come qui da noi, i politici vengono scelti fra i “meglio attrezzati”. Non c’è alcuna differenza fra i politici eletti dai barbari e quelli eletti dagl’”itagliani”: tutti fanno solo gli interessi dei paesi del Nordeuropa. I nostri, che sono fra quelli più furbi, anche quelli personali.
Inutile fare l’elenco, basta qualche confronto: Merkel/Prodi; Macron/Gentiloni; Johnson/Conte; gli interessi di quale nazione difendono? Gli eletti dagl’itaglioti, inoltre, sono proprio quelli che più ci esortano a fare sacrifici.
continua…