“Accattone” è il primo film da regista di Pierpaolo Pasolini. Franco Citti, l’attore “icona” dei lavori pasoliniani, impersonava il protagonista principale, l’accattone del titolo. Un personaggio abbietto, senza alcuna dignità, che viveva essenzialmente di elemosina, di espedienti, facendosi mantenere, senza alcuna vergogna, da una prostituta. Finita in carcere la sua mantenitrice, “accattone” cerca di sostituirla obbligando alla prostituzione la donna di cui si è invaghito. In un sussulto di tardiva dignità si mette in cerca di un lavoro ma continua a rubacchiare fino alla sua tragica morte in un incidente in moto mentre è inseguito dalla polizia.
Un finale tragico, conseguenza di una vita vissuta all’insegna dell’arrangiarsi nel modo meno faticoso possibile, meglio se a carico degli altri, di accattonaggio appunto. In ogni caso una scelta di vita frutto di una cronica mancanza di dignità, piena di livore e desiderio di vendetta verso gli altri.
Questa la trama del film. Cosa c’azzecca con la politica?
C’azzecca, c’azzecca. Come classificare la retorica e la prosopopea ascoltate durante la discussione della proposta presentata l’altra sera, in consiglio comunale, se non come la dimostrazione di una indecente mancanza di dignità? Come non può che dirsi “accattata” l’elemosina della “magnanima” elargizione della azienda proprietaria della ex cementeria? Lo hanno detto in aula: la compensazione è stata richiesta e concordata con la giunta comunale. Una compensazione, prevista per legge, fatta passare come una riuscita pretesa della giunta comunale; appunto un accattonaggio fatto con il cappello in mano rivolto verso chi invece, per legge, è obbligato a “pagare il disturbo”.
Ben vengano le aziende a investire sul nostro territorio se impiegano le nostre maestranze, se incrementano il reddito locale e le infrastrutture produttive. Se la realizzazione dell’impianto, in futuro, porterà anche tali benefici vorrà dire che hanno fatto bene i consiglieri comunali di minoranza ad approvare la proposta.
Ancora una volta però si è dimostrato impossibile per questa giunta e questa maggioranza assumere una retta “postura” fisica verso chi usa Modugno solo per i propri interessi. Non è sufficiente l’astensione per ribadire la propria rispettabilità.
Ancora una volta, all’ultimo momento – del resto le amministrative si avvicinano – gli ignari modugnesi vengono posti davanti ad una scelta già fatta.
Una prerogativa della politica degli accattoni.