spetta, di nuovo, dire la verità
Non sappiamo mentire, non ne siamo capaci. C’è chi mente, sapendo di mentire e altri che, invece, mentono credendo di dire la verità. Sono tantissimi, però, quelli che alle bugie non ci credono e non mentono. Li chiamano moderati. Sono gli sconfitti di sempre. Sono la minoranza, sono quelli che non credono che si possa abbattere il debito pubblico “aumentando” i debiti; sono quelli che il libro di Carlo Cottarelli, “la lista della spesa” lo hanno letto e non scoprono oggi l’autore perché invitato in qualche talk show televisivo, durante il quale gli permettono, ad essere generosi, di dire “qualcosina” ogni mezzora; sono quelli che sanno cos’è la “curva di Laffer” e le differenze fra lafferiani, keynesiani e sudamericani – come chiarisce molto bene nel suo libro “Status Quo”, Roberto Perotti, un altro “tecnico” che come Cottarelli ha ricoperto il ruolo di consigliere economico di palazzo Chigi. I moderati sono quelli che sanno benissimo che esistono dei limiti che la spesa pubblica non può superare e che si interessano di quello che la “politica”, tramite i rappresentanti del popolo, scelti attraverso elezioni libere e democratiche, decidono in merito.
I moderati sono quelli che pur non avendo letto quanto affermavano, già all’inizio del secolo scorso, Vilfredo Pareto e Gaetano Mosca, con le loro teorie conflittuali non marxiste, sono consapevoli che i politici utilizzano gli argomenti della spesa pubblica e delle tasse per garantire il proprio successo elettorale fingendo, nel frattempo, di tutelare il ceto sociale che li sostiene politicamente. Sono consapevoli, i moderati, che un elevato livello di spesa pubblica, unito ad una riduzione delle risorse per “pagarla”, inevitabilmente genera un disavanzo che nel lungo periodo porta, irrimediabilmente, ad una crisi del debito simile a quella della Grecia. Sono consapevoli, i moderati, che la presenza di candidati “impresentabili” nelle liste dei loro partiti di riferimento toglie ogni voglia di dibattito e confronto con chi li taccia di complicità con tali personaggi. Ogni tentativo di chiarimento sulle tematiche di una “sana Politica al servizio della persona” di una Politica come “…forma più alta della Carità” (cit. Papa Paolo VI) viene reso vano dalle risposte degli “arrabbiati massimi”, quelli che come alberghi di lusso a cinque stelle, addobbano le loro teorie economiche e politiche di lustrini e “trompe l’oeil” e inducono chi li ascolta a credere e divulgare le loro fandonie.
I moderati sono quelli che sanno tutto ciò e che invece di mentire tacciono; sono quelli che sanno che “la verità”, spesso, fa male; la verità dei moderati è sempre diversa da quella degli “arrabbiati”…. e non porta voti.
La credulità degli arrabbiati ancora una volta ha vinto sulla consapevolezza dei moderati.
Sarà ancora più duro il compito di risollevare le sorti di questa nostra Italia dopo che un governo di “arrabbiati spendaccioni” come quello che si appresta a guidarla l’avrà condotta nel baratro del disastro economico.