Inceneritore di Modugno

Il gioco delle parti

Per Ecodem Puglia, che seguono da anni la gestione integrata dei rifiuti in ambito regionale, la vicenda dell’inceneritore di Modugno, progettato dall’impresa Newo e da AMIU Bari, appare  grottesca ed inverosimile. Ci sembra incredibile innanzitutto (“Il nostro dissenso all’installazione dell’inceneritore  AMIU” – http://ecodempuglia.altervista.org del 11/12/2017), che si continui a negare che si tratti di un impianto di “incenerimento” quando  nel progetto presentato alla Regione  si riferisce che l’impianto di cui trattasi rientra fra quelli di “incenerimento/coincenerimento”. A nostro parere questo significa una sola cosa: “al netto delle tecnologie di ossicombustione, etc.”, il processo avviene tramite termodistruzione dei rifiuti indifferenziati biostabilizzati. Le conseguenze di questo processo su larga scala (si dovrebbero trattare ca. 50000 ton/anno di rifiuti) non sono precisabili ex-ante ed il rischio concreto che corrono le comunità di Modugno, la città di Bari e molti altri Comuni dell’hinterland è di trovarsi sempre più invischiati in un sistema industriale con elevati rischi di inquinamento. Pertanto, gli Ecodem Puglia sono stupefatti dalle dichiarazioni dell’assessore Caracciolo: “La politica nulla può di fronte ad un’iniziativa privata che ha le carte in regola”; questo significa (se non ci sbagliamo), che, se ci sono fondati sospetti che si corrono seri pericoli per la salute dei cittadini l’Assessorato non ostacola l’iniziativa privata. Nella nostra regione si sta pagando un elevato tributo di morte, di dolore e di compromissione generale dello stato di salute presente e futuro della popolazione proprio perché i politici ed anche le istituzioni hanno dato fiducia a “privati” (vedi ILVA, Enel, etc.) che con i loro impianti, pur portando occupazione e benessere, hanno realizzato profitti giganteschi ma  hanno generato lutti e inquinamento. Gli Ecodem Puglia, che intendono aderire a tutte le forme di mobilitazione messe in atto per impedire questo ennesimo scempio, sarebbero interessati a  conoscere le “carte in regola” del suddetto impianto. Per il momento  sono colpiti da questo strano “gioco delle parti” tra Assessorato, AGER ed AMIU: a corrente alternata, questi tre organismi accettano e/o negano la paternità dell’impianto. L’AMIU fa parte integrante della progettazione dell’impianto (come è precisato nell’elaborato progettuale) e quindi è incomprensibile la dichiarazione del neo-presidente (“non trovo traccia di accordi nei documenti ufficiali e nei verbali del CDA”). Anche l’AGER si esprime al riguardo in maniera poco convincente perché, anche  se è vero che l’impianto non è inserito nel Piano regionale Rifiuti, nello stesso PRGRU veniva dato risalto ad alcune sperimentazioni su piccola scala della stessa tecnologia (vedi paragrafo “O5 – Valutazione delle tecnologie per il recupero energetico dei CSS derivati dai rifiuti urbani”), ma non vi erano evidenze sperimentali che i “test di ossicombustione” su materiali prodotti dal trattamento meccanico di RSU indifferenziati avevano luogo nella massima sicurezza ambientale ed impiantistica. Gli Ecodem Puglia esprimono quindi alcune riserve sull’opportunità di rilasciare l’AIA alla Newo (se non è stata già concessa) e sperano di poter accedere anche agli atti; nel contempo, però, ribadiscono la netta contrarietà a questo impianto, anche perché in ambito europeo, si precisa chiaramente che: “va ridefinito il ruolo dell’incenerimento dei rifiuti, per evitare che si creino sia ostacoli alla crescita del riciclaggio e del riutilizzo, sia sovracapacità per il trattamento dei rifiuti residui”.

 

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