complice della favola magroniana
Ora che un pregevole servizio giornalistico ha messo in evidenza la dicotomia del pensiero magroniano, rimarcare la distanza che separa il suo “essere onesto” (con il quale è riuscito a convincere tanti modugnesi a fare quel che diceva mentre nascondeva, sul solaio e in campagna, quel che faceva lui e i suoi famigliari) dal naturale e comune “essere onesto” insito in ognuno di noi, può apparire come una squallida operazione di rivincita politica. Non è così.
Nel vangelo di Matteo, (23, 1-12) Gesù consiglia di praticare ed osservare quello che, seduti sugli scranni del potere, prescrivono e dicono gli scribi e i farisei. Nello stesso tempo, però, rivolgendosi alla folla e ai suoi discepoli, li esorta a non agire imitando il loro operare “(…) perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente (…)”.
Messaggio evangelico che la saggezza popolare condensa nel ”fate come dico io, non fate quello che faccio io” ma che alla luce delle reazioni della magroniana “cerchia magica” contro i giornalisti, sembra tradursi in “fate ciò che dico ma non dite ciò che faccio”.
“Ogni forma di governo muta per opera di chi detiene il potere, quando in lui stesso si genera la discordia, perché se vi regnasse la concordia sarebbe impossibile anche il minimo cambiamento”. (Platone – Repubblica ; libro VIII , 545d).
Il potere che i modugnesi hanno consegnato nelle mani di Magrone, con la complice assenza politica della destra modugnese che ha creduto di poter demandare ad altri la difesa dei propri valori, ha reso possibile la deriva del governo cittadino verso l’oligarchia della cerchia magroniana, presieduta, dittatorialmente, dal novello Cesare, Nicola II. Governo oligarchico che alimenta nella città la discordia e le divisioni. Tutto ciò, però, a dimostrazione dell’efficacia del magroniano “essere onesto”, non risveglia la coscienza di chi lo circonda né li esorta al cambiamento
Cambiamento che invece si realizzò nella nostra città, nel 2001, a causa della discordia e la conseguente divisione fra le varie personalità della classe politica di destra. Mutamento di governo come effetto delle divisioni e discordie causate dalla vanagloriosa pretesa di accreditare, ognuno a se stesso, il merito dei successi dell’amministrazione del sindaco Bonasia. Divisioni e discordie che lentamente ma inesorabilmente hanno determinato prima le sconfitte e poi il definitivo allontanamento degli elettori modugnesi da quelli che, ormai oggi, hanno alle spalle un grandioso futuro politico, tanto da convincerli a non presentare alcuna lista nelle ultime consultazioni comunali.
Discordia e divisione lentamente radicatesi a destra con la complicità anche di chi “gridando nel deserto”, lì è rimasto, spesso compiacendosi della mancanza di ascolto. E ora scrive, colpevolmente complice della favola magroniana.
Da quello che ho capito, non è stata la “rigida onestà” di Nicola a farlo eleggere….ma …boh…chi ci capisce è bravo. Comunque nulla più mi meraviglia, dopo i trulli di Balsignano e la serra sopra coperta!