Amici miei,parte seconda

amministratori forse immaginari 

Ho riflettuto molto prima di scrivere questo mio articolo. Mi domandavo e mi domando: ha senso intervenire ancora in questa specie di faida “amministrazione locale contro artigiani, cittadini e tecnici”?
Il tarlo mi rodeva e in parte mi rode ancora, ma una frase sentita durante il Consiglio Comunale del 4 giugno passato mi ha illuminato: – “abbiamo una nostra visione della città”. Non l’ha detta un qualsiasi cittadino e men che meno un consigliere di maggioranza o minoranza ma il nostro primo cittadino. Sentitala, mi sono detto, ora interverranno a bomba i consiglieri di maggioranza ed esporranno questa loro idea della città. Certo i consiglieri di maggioranza, perché se il Sindaco si esprime in tal modo vuol dire che nella sua maggioranza c’è stato un ampio dibattito sulla “nuova visione di città” e loro ne sono fieri. Niente, silenzio di tomba, solo un mesto chiacchiericcio con qualche luogo comune e qualche inutile offesa ma a queste, che rappresentano la pochezza di chi le esprime, ci siamo abituati.
Ho atteso diverse settimane, mi aspettavo una pubblica assemblea, un confronto, magari un convegno dal titolo “la Modugno che vogliamo – idee ed iniziative per renderla possibile”. Se si governa non solo si espongono i propri desiderata ma si indica anche la strada per realizzarli. Niente, un fragoroso silenzio mi ha assordato. Certo, un convegno non è il modo migliore per proporre e costruire un’idea di città, molto meglio dei focus group con gli stakeholder, scusate ma spesso mi lascio prendere dalla terminologia tecnica, traduco: confronti aperti con le diverse rappresentanze dei cittadini, associazioni, sindacati e operatori del settore e magari anche dei bei confronti di quartiere. Ricordo che nel lontano 1994, con gli amici del master in ingegneria del territorio, si discuteva se la forma di coinvolgimento migliore fosse la pubblica assemblea, dove però parlano sempre gli stessi, o i questionari mirati dove tutti possono esprimersi senza la paura che comporta, per chi non è abituato, l’esposizione in pubblico. Scusatemi ancora, ma ero e sono rimasto malato di democrazia. Come ho già scritto, da questa amministrazione non mi aspetto tali aperture ma che almeno ci dicano cosa vogliono e come vogliono farlo. Hanno vinto, bene, che governino.
Ora non sarà più possibile demolire un manufatto esistente e ricostruirlo adoperando gli indici di Piano Regolatore. Quindi si è votato per lasciare tutto cosi com’è da ormai 50 anni? Non ci credo, voi avete una visione della città per quanto al momento, mi sembra, clandestina.
Voi conoscete lo stato del nostro patrimonio edilizio specie quello delle abitazioni ad un piano, tutte o quasi realizzate fra la fine degli anni 50 ed i primi 70 e sapete che sono il frutto di sacrifici inenarrabili. Spesso edificate con la tecnica del fai da tè e assentite a forza di varianti e condoni edilizi. La modalità edificatoria di questi immobili è spesso la stessa di quello crollato a Torre Annunziata: fondazioni in tufo poggianti su terra al più un battuto cementizio, muri portanti perimetrali realizzati con un solo paramento di tufo, pilastri centrali di dimensioni trascurabili, travi a spessore tanto larghe da non sopportare il proprio peso e tanti interventi successivi che hanno ulteriormente “migliorato” lo stato dei luoghi. Scrivo per esercitare i muscoli delle mie dita? Sono fazioso? La descrizione del patrimonio edilizio prevalente nelle zone di completamento è falsa? Lo riscrivo ancora, per favore smentitemi. Ho la disgrazia o la fortuna, di fare strutture da oltre 20 anni e forse qualcosa ne capisco ma tant’è oggi c’è il web e siamo tutti medici ed ingegneri. Vi conosco, un ansia di giustizia vi assale, volete mettere dentro tutti i tecnici, i costruttori ed i committenti dell’epoca, per fortuna ero un bambino o addirittura non ero nato. Ma mi domando siete stati eletti per fare i processi o per governare?
Questi immobili sono destinati, spero fra moltissimo tempo, ad avere seri problemi, alcuni li hanno già, magari non sono così evidenti da impensierire i proprietari ma come spesso si dice il tempo è galantuomo. Una campagna a campione di prove anche non distruttive su questi immobili darebbe risultati da paura, spesso non sono conformi neanche alle pur lasche norme dell’epoca di edificazione.
Sono certo che state pensando, con le dita pronte a scrivere sulla tastiera: “i proprietari hanno il dovere di metterle a posto, è loro compito effettuare gli interventi necessari “. Giusto, ma c’è un piccolo problema: il costo di un intervento di mero miglioramento statico – attenzione, non di adeguamento alle normative vigenti – è tale che è spesso molto più conveniente demolire e ricostruire. Qui nasce il problema, con quali e quanti soldi? e ne vale la pena? Spesso non ci sono i soldi e non ne vale la pena. Allora il bravo amministratore pubblico, cioè voi, che fa? Lascia tutto cosi com’è tanto quel che conta è la visione? Meglio un centro abitato spopolato, logica conseguenza del blocco, che assumersi la responsabilità di fare qualcosa? Non ci posso credere, sono certo, invece, che state lavorando ad un piano complessivo delle zone di completamento al quale tutti si devono adeguare. Lo fate in silenzio per farci una bella sorpresa? Bravi.
Certo, si può e si deve discutere delle modalità di ricostruzione. Sono d’accordo con molti di voi, le zone di completamento non devono diventare dei canyon senza luce e aria. Ho proposto più volte interventi su intere maglie, isolati, cosi da realizzare un edificato di qualità, ampliare le strade insomma migliorare la vivibilità di quelle zone. Fatelo velocemente il paese non può attendere ulteriormente.
Per favore, risparmiatemi la solfa sul chi c’era prima, ora ci siete voi e fate quello che va fatto. Altrimenti perché avete vinto? Solo per ricordarci quanto brutti. sporchi e cattivi fossero i precedenti amministratori?
Giusto per la memoria: la mia parte politica nel lontano 1999 votò contro le modifiche del PRG, a differenza di qualcuno che preferì eclissarsi al momento del voto. Ma oggi non si tratta più di discutere di norme del 99 o dell’anno pasta e patate ma di affrontare i problemi e risolverli.
Lo stato della sicurezza statica, proprio degli immobili che avete inteso salvaguardare con il vostro voto, è spesso grave, dobbiamo evitare episodi come quello di Torre Annunziata, spesso accelerati da manutenzioni straordinarie di scarsa qualità.
Spero che una certa ansia conservazionista, che sembra allignare fra alcuni di voi, alimentata ritengo da cattivi consiglieri, non vi porti ad avere sulla coscienza eventi che non debbono assolutamente realizzarsi.
 

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