Il 2 Giugno

Nel regno di Nicola II

25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, sono queste, fra tutte quelle comprese nel lungo elenco riportato sul sito della presidenza del consiglio dei ministri, le festività che i rappresentanti politici, di ogni ordine e grado, amano di più. È in quei giorni che possono presentarsi al popolo gaudente nelle vesti di garanti della libertà, del diritto al lavoro, di rappresentanti della Repubblica. Seguendo, rispettosamente, lo stesso ordine cronologico, come si conviene ad ogni eletto. Il giorno dopo, dismessi gli abiti e le maschere indossate per l’occasione, tutti tornano alle loro funzioni. Nulla cambia dopo i discorsi sulla liberazione dal mitico nazifascismo, sulla decennale negazione del diritto al lavoro, sulla scelta di essere una repubblica e non una monarchia. Gattopardescamente, dopo i tanti discorsi di cambiamento di quelle giornate di festa, nulla cambia, per le amministrazioni pubbliche. In tutta la nazione italiana e ancora di più a Modugno dove per “liberazione” si intende la realizzazione della per tante volte tentata elezione a sindaco di Nicola Magrone; dove il “diritto” al lavoro viene assicurato esclusivamente dall’intuitu personae riservato a conoscenti e seguaci; dove la “cosa pubblica” è tornata ad essere proprietà di un monarca. Modugno, il regno di Nicola II, la vendetta di un signorotto locale che finalmente si è fatto re.

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