… e non proprio giuste
“… né lei mi deve trattare come uno scugnizzo. Mi rifiuto a parlare a un non consigliere comunale che mi offende sistematicamente. Mi dispiace gliela spiegherò in un altro momento, magari in una piazza, magari in una piazza. Dove apparirete nella vostra nudità di assassini dei Porto Torres … non faccia ostruzionismo a cavolo… basta così… non voglio continuare a rispondere a questa specie di consigliere…. noi la sappiamo la storia… non rispondo più ha capito o no? … lei mi tratta come una bestia, lei non ha rispetto. Io la rispetto. Io la ritengo un soggetto pensante, addirittura pensi! Di lei pensante”. (clicca per l’audio) Sono le parole riferite dal Sindaco a un consigliere comunale durante la seduta consiliare del 30/3/2017.
Io non sono uso assistere alle sedute del Consiglio Comunale di Modugno, nemmeno in streaming; casualmente, pero, stavolta, mi sono imbattuto nell’ascolto di una registrazione e, senza indugio, alla mia mente sono apparse le parole del sommo Alighieri:
Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’ aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.
Che marchingegno complicato, straordinario e affascinante il cervello dell’umana specie! Si ascolta un discussione aspra di oggi e quella ti rimanda a settecento anni addietro! Da un luogo ad un altro, viaggiando nel tempo.
Gli insulti ad un consigliere, nella massima assise cittadina, vanno sempre biasimati, qualsivoglia siano le ragioni, perché sono rivolti a un rappresentante del popolo, sicché oltraggiarlo è oltraggiare i cittadini, è oltraggiare le istituzioni, è calpestare la Carta Costituzionale (asfaltarla direbbe Quello di Pontassieve).
Il Consiglio Comunale di un paese è il luogo “sacro” dove le volontà di uomini e di donne appartenenti ad una collettività vengono rese note attraverso i loro rappresentanti, gli eletti, ecco, i consiglieri comunali.
L’assise cittadina – vale la pena rammentarlo – non deve essere considerata un bric-à-brac, un orpello coreografico assenziente per condividere disegni, proponimenti finalizzati al mantenimento del potere, alla sua conservazione. In essa è indispensabile che si manifestino dissensi e anche conflittualità rappresentativi di un sentire altro. Il sentire altro di un popolo altro. Di una cultura che non riconosce e non condivide intenti e finalità. Che disapprova, anche, condotte e modi di agire.
Insultare, ingiuriare un consigliere comunale, ma anche un “comune” cittadino, è un atto grave e esecrabile giacché è la stessa Costituzione Italiana a rammentarci, all’art. 54, che: I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.
Ecco, giustappunto, disciplina e onore. Per quanti ricoprono ruoli nelle Istituzioni, le nostre, che sono democratiche e repubblicane.
E in ragione delle disciplina e dell’onore va altresì stigmatizzata la dichiarazione offensiva di questi giorni: “La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza”.
La signora Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, non può esternare – a mio avviso – simili parole giacché insultanti per le donne, per gli uomini di qualsivoglia razza o ceto. Per le Istituzioni che, oltretutto devono assolvere ad una funzione “pedagogica” presso l’opinione pubblica, le giovani generazioni, presso quanti ad esse si rivolgono per vedere riconosciuti diritti e speranze.
Resta quindi, da constatare, con mestizia, che, ormai, è d’uso profondersi, con ogni mezzo e pur ricoprendo incarichi istituzionali, altrove e qui a Modugno, in esternazioni malconce, in profluvi di giaculatorie desuete e inconcludenti, peraltro in antitesi ai dettami costituzionali, in pratica come se la cultura politica renzista avesse aperto una poderosa breccia al centro, a Roma e in periferia, a Modugno. Trascurando, infine, che l’eventuale ottenimento del certificato in bollo di soggetto/i ostile/i alla Costituzione si combinerebbe con quello di ostile al Galateo di mons. Giovanni Della Casa e di ostile all’Accademia della Crusca.
Facile vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino e non vedere la trave del suo occhio.
È facile giudicare. State cercando l’ago nel pagliaio.
Giudicare gli altri è facile maggiormente quando si fa finta di dimenticare il proprio passato. State cercando l’ago in un pagliaio.
non ho parole!!!