Difendono davvero il bene comune?
Difficile non considerare inutile l’impegnarsi a scrivere sulle cose fatte dall’attuale amministrazione. Cose già dette dal sindaco e ribadite, dall’alto del palco dell’“oratorio”, nell’incontro con i modugnesi del 25 maggio. Molto più interessante approfondire alcuni aspetti delle cose che questa amministrazione ha fatto, o meglio al come ha fatto ciò che si vanta di aver fatto.
È del 27 aprile scorso la determinazione del responsabile comunale del servizio Ambiente e Qualità della vita che propone di approvare il progetto di servizio per l’indizione di una gara per l’affidamento “ad una o più piattaforme ambientali, con cui stipulare apposito contratto-convenzione, da utilizzare per il conferimento, lo stoccaggio, la selezione, il recupero delle frazioni merceologiche dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata con il metodo “porta a porta”, al fine di ottimizzare il sistema di trasporto e conferimento dei rifiuti, e, per ridurre i costi, migliorare il servizio, e garantire benefici economici a tutta la cittadinanza”; cosa alquanto opportuna seppur in colpevole ritardo. Quello di ricavare degli utili dalla vendita della plastica, del vetro e della carta che i modugnesi depositano nelle cosiddette pattumelle, è una cosa che ogni amministrazione attenta ai denari dei contribuenti dovrebbe avere ben presente. L’amministrazione Magrone, questa attenzione, non l’ha mai avuta. Con la raccolta differenziata, a Modugno, si raccolgono mediamente, ogni mese, 100 tonnellate di plastica, 70 tonnellate di vetro e oltre 135 tonnellate fra carta e cartone. Questi dati sono rilevabili da: “il portale ambientale della regione Puglia”, che riporta tutti i dati relativi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti di tutti i comuni pugliesi. Per lo smaltimento di alcuni materiali, come ad esempio plastica e vetro, il nostro comune spende 150 €/ton per la plastica, e altri 15 €/ton per il vetro, con una spesa annua di circa 192.000 euro solo per lo smaltimento di questi materiali che, se invece fossero venduti ai consorzi di riciclo, farebbero incassare 15 €/ton dal cartone, 5€/ton per la carta, 30 €/ton per il vetro e arrivando ad oltre 120 euro per tonnellata della plastica. Con un totale di circa 180.000 euro che sommato al minor costo per lo smaltimento renderebbe meno onerosa la Tari.
Un altro capitolo di spesa insensata, che si aggiunge a quella derivante dal “capriccio Tersan” che affligge il sindaco/monarca di Modugno, è quello relativo ai maggiori costi determinati dalle impurità dell’organico: maggiore è il grado di impurità, maggiore il costo richiesto dalle aziende di compostaggio; ebbene tale maggior costo, come previsto dall’articolo 21 del capitolato d’appalto dell’ARO BA2, va pagato al 50 % con la ditta che si occupa della raccolta. Un altro capitolo sul quale l’attenzione è scarsa se non assente del tutto? Con la famosa ditta di Manduria fu stipulato un contratto che prevedeva, oltre all’invio dell’organico, il conferimento dello sfalcio e dei residui di parchi e giardini al costo di 35 euro la tonnellata, ebbene quei residui e sfalci di giardini e parchi venivano conferiti ad una ditta modugnese di recupero al costo di 70 euro per tonnellata e questo fino a poco tempo fa, perchè dall’inizio dell’anno, di euro se ne pagano 80 per tonnellata sempre alla stessa ecologica pugliese.
Così, giusto per risparmiare.