Si erano già separati una volta
Riappacificati ma la rottura, a distanza di quasi quattro anni di calma apparente, è ora definitiva. Simona Vitucci, consigliere comunale Udc a Modugno lascia il partito che fa capo al vice presidente del consiglio regionale Peppino Longo e sceglie Area Popolare del senatore pugliese Massimo Cassano che in una nota spiega: “Area Popolare si presenta come punto di riferimento politico a Modugno. Con la collaborazione preziosa dell’avvocatessa Vitucci diamo un’ulteriore spinta all’idea di un movimento politico innovativo che rappresenti la speranza e il futuro”. Nessun commento dallo stesso consigliere che nel prossimo Consiglio comunale dovrà comunicare la decisione perdendo di fatto il posto da capogruppo Udc che passa a Raffaele Barile. Potrebbero esserci ripercussioni tra i banchi dell’opposizione dove non mancano infatti, esponenti di centrodestra. Non è un caso che nella stessa nota del senatore Cassano si legge: “Dopo la sottoscrizione di un documento di condivisione programmatica, Vitucci rappresenterà Area Popolare nell’assise cittadina. Insieme – si legge ancora – portiamo avanti un progetto con l’obiettivo di ampliare ulteriormente la casa di Ap, aperta a coloro che si riconoscono nei valori moderati e riformisti”.
Preferisce non commentare la notizia lo stesso Peppino Longo che nelle prossime ore riunirà il direttivo cittadino dell’Udc per fare il punto della situazione. Simona Vitucci è stata il consigliere più suffragato nelle elezioni del 2015 con 498 voti. I rapporti con l’Udc si sarebbero incrinati qualche mese fa fino alla scelta definitiva di entrare in Area Popolare. Non è la prima volta che Vitucci abbandona il partito. Dopo l’appoggio, nel 2011 al candidato sindaco Udc Filippo Bellomo, il consigliere confluì, nel 2013, ne La Pugliaprimaditutto: i suoi 297 voti non le permisero però di entrare in Consiglio lasciando il posto a Lorenzo Vasile con le sue 347 preferenze. Poi il riavvicinamento all’Udc con la candidatura nelle elezioni del 2015 appoggiando Scelsi sindaco.
Chi cambia bandiera una volta, prima o poi lo rifà.
Avra’ le sue buone ragioni che andrebbero chieste direttamente,invece di fare supposizioni faziose e servili.Certo la sua scelta sara’ stata sofferta ma va’ rispettata ,giudicare e rimarcare solo il cambio di partito e non le ragioni chiaramente sottostanti , presumo importanti, non e’ esercizio di intelligenza.
A volte sono sommerse le ragioni che portano a determinare questi
eventi….. xke non si spiega alla gente che gli hanno dato il voto il xke di questa scelta? e non solo agli addetti ai lavori!!!