(Valentino Di Persio)
L’estate romana
ormai se n’è andata.
La città all’improvviso
s’è ammalata, è triste,
s’è vestita di grigio.
Triste come un amore finito,
grigia come queste gocce di pioggia
che sdrucciolano leggere,
sull’asfalto nero.
Le foglie ingiallite,
stanche morenti,
si abbandonano al vento
per lasciarsi stormire
sotto deserte panchine.
La pioggia abbatte, crudele,
i petali delle rose
lasciando gli steli
cosparsi solo di spine.
Scalfisce appena il verde ulivo,
che forte e nodoso,
non muta nel tempo.
Il lungotevere, d’un tratto,
diventa deserto.
Scappano via le coppiette
di corsa, in fretta
per ripararsi divertite,
sotto i platani in festa.
Sono tutte lì !
Avvinghiate strette,strette,
a mozzarsi il respiro
con sospiri e bacetti.
Il Biondo Fiume accarezza
della Sacra Isola ai fianchi,
per poi riprendere la corsa
verso il suo destino,
dopo il Ponte Rotto,
prima di quel Palatino.
Che bella, Valentino!
Leggere le tue poesie è come viverle..
…. è perchè tu ci sei dentro !