Il "racconto" della Tersan Puglia

in tanti l’hanno ascoltato

ma pochi sono stati i modugnesi che hanno accolto l’invito a visitare l’azienda che tanto ha fatto e fa ancora parlare di sé. Dimostrazione lampante della scarsa volontà di conoscere le ragioni, vere, dei tanti anni di insopportabile “puzza”. Le “lungaggini burocratiche” alle quali, oggi, l’amministrazione Magrone, fa risalire le cause della chiusura del teatro Fava, l’unico teatro di Modugno, non sono mai state accettate, ieri, come causa dei ritardi della messa a norma dell’impianto  di compostaggio della Tersan. Insignificanti, venivano considerate le giustificazioni dell’azienda quando asseriva di non poter evitare la diffusione di quelle nauseabonde emissioni odorifere perché le “lungaggini burocratiche” erano tali che impedivano il rilascio delle autorizzazioni edili per coprire le aree dove venivano lavorati quei rifiuti che nessuno vuole mandare in discarica. Oggi l’amministrazione Magrone preferisce mandare i rifiuti del mercato a Manduria, pagando 35 euro a tonnellata più il trasporto, mentre ieri, nel 2014, la Tersan Puglia – che non aveva ancora completato i lavori di copertura delle aree e “puzzava” – li accettava GRATIS dalla stessa amministrazione che oggi chiude il teatro Fava.

Consoliamoci con la stringata sintesi dello spettacolo che venerdì scorso, la Tersan Puglia, ha offerto anche ai pochi modugnesi presenti fra i tantissimi “estranei” che hanno accolto l’invito di Silvestro Delle Foglie.

Potrebbe essere, per molto tempo, l’ultimo a Modugno.

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