RED – Reddito di Dignità

conv1Raramente l’auditorio del “Palazzo della Cultura” ha accolto un così alto numero di persone come successo ieri sera al convegno organizzato dall’Udc di Modugno.
Numerosi quelli in piedi lungo le pareti e negli spazi aperti delle porte laterali, ad ascoltare il vice presidente del consiglio regionale Peppino Longo e l’assessore regionale al welfare e servizi sociali Salvatore Negro.
Moderato dal coordinatore cittadino Udc, Antonio Campanale, il seminario sul #RED, Reddito di Dignità Sociale e politiche per l’inclusione sociale attiva in Puglia, si è aperto con l’intervento del vice presidente Peppino Longo che ha posto in evidenza il lavoro svolto dal consiglio regionale per superare l’ostruzionismo dei consiglieri di opposizione e approvare, in tempi brevissimi, una legge che permette di dire che “La Puglia e il Friuli Venezia Giulia sono le prime regioni italiane, e la nostra regione è la prima del Mezzogiorno, ad avere anticipato, con questa misura di contrasto alla povertà, la legge nazionale che è ancora in discussione in parlamento. Questa legge era uno degli obiettivi del programma elettorale del Presidente della regione Michele Emiliano che a differenza di quanto fatto da altri non si è dimenticato di quanto promesso. il RED è un impegno importante – ha concluso Peppino Longo – finalizzato ad aiutare, attraverso un sistema di sostegno al reddito, quelle migliaia di famiglie pugliesi che vivono in una condizione di fragilità. Un provvedimento legato esclusivamente a facilitare il percorso verso l’inclusione sociale e la riattivazione del mercato del lavoro che non ha nulla a che fare con il vecchio assistenzialismo”.
Dall’assessore Negro sono arrivati i chiarimenti ai tanti dubbi esternati sui maxmedia dalle forze di opposizione regionale fortemente critiche nei confronti della legge regionale n°3 del 2016 – così è denominata la legge istitutiva del RED – per lo più incentrati sull’entità delle risorse stanziate dalla regione e sul numero dei beneficiari del reddito di dignità: “il numero dei beneficiari, 20 mila per l’anno in corso e 120 mila in totale per i prossimi anni e l’entità delle risorse destinate al Red, che per i tre anni attualmente previsti, sono circa 70 milioni di euro – che sembrano pochi ma per noi che a volte preferiamo contare ancora in lire sono ben 140 miliardi – devono necessariamente essere considerati tenendo conto delle disponibilità che la regione ha attualmente e avrà in futuro nei prossimi anni. Facile per le opposizioni pretendere l’esborso di oltre 450 milioni di euro, a tanto ammontano i capitali che graverebbero sulle tasse dei pugliesi, necessari solo per la Puglia quando il governo nazionale ne stanzierà al massimo 800 con la legge, lo ricordo ancora, in discussione in parlamento”.

Come in tutti i convegni nei quali è necessario parlare di leggi e regolamenti il compito più “barboso” riguarda proprio l’esposizione di tali provvedimenti, pertanto bisogna rivolgere un plauso all’avvocato giuslavorista Bartolomeo Macina che ha saputo svolgere, con professionalità e padronanza di esposizione,  questo arduo compito in maniera chiara ed esaustiva.

L’avvocato Antonio Campanale, che ha svolto egregiamente il ruolo di moderatore del seminario, ha introdotto l’argomento del coinvolgimento delle aziende nel percorso formativo previsto dalla legge 3 sul reddito di dignità. Argomento approfondito dal presidente nazionale della Confederazione Datoriale Federimprenditori, Vincenzo Pepe, che ha ribadito l’importanza della partecipazione delle forze datoriali nei processi di sviluppo del mercato del lavoro. Un coinvolgimento, si augura sempre più ampio, che possa permettere al settore manifatturiero pugliese, costituito in larga parte da piccole e medie imprese, di raggiungere l’obiettivo sociale di “far tornare il sorriso sui volti dei lavoratori e delle loro famiglie”.

La conclusione dei lavori è stata affidata alla dirigente regionale di Pugliasociale Net, Annamaria Candela, che oltre a ribadire e ampliare l’esposizione delle tecnicità del RED, le procedure da seguire e i tempi necessari per ottenere l’assegno di dignità ha tenuto a precisare, rispondendo alle varie domande postele dagli intervenuti, che per evitare le lungaggini dovute al previsto gran numero di richiedenti, le domande di assegnazione saranno inviate esclusivamente per via telematica, da casa tramite un pc o tramite i Caf e le associazioni Onlus del territorio. Inoltre tutta la procedura sarà seguita direttamente e in tempo reale dagli Ambiti Territoriali, che dovranno intervenire localmente, nei comuni di residenza dei richiedenti per essere più chiari, per l’approntamento dei progetti di inclusione e/o formazione previsti per l’ottenimento del reddito di dignità. Contributo economico che sarà devoluto, agli aventi diritto, direttamente dall’Inps, proprio per evitare lungaggini e mancate assegnazioni dei fondi come succedeva spesso per altre iniziative di solidarietà sociale.

Notata, proprio per il coinvolgimento delle amministrazioni comunali nelle procedure di assegnazione del Reddito di Dignità, la mancata presenza di un qualsivoglia rappresentante dell’amministrazione Magrone, che seppur invitati hanno forse preferito farsi notare di più per la loro assenza che per la loro partecipazione ad una iniziativa organizzata da un partitto di opposizione.

La speranza, in ogni caso, è che questa assenza invece non sia una dichiarazione preventiva di non interesse verso gli indigenti modugnesi che invieranno la loro domanda per l’ottenimento di quel Reddito di Dignità che la regione Puglia già gli riconosce come diritto.

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