quale correlazione all’umana realtà, ovvero, afferente ad ogni tipologia di età e categorie socio-culturali cui l’individuo appartenga e per il quale si vuole, in modo circolare, reciprocamente attingere per saper, con una sempre maggiore efficacia, legittimamente contribuire a leviare le doglie di una “vita” che talora necessita assistenza, orientamento e sostegno.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una manovra che si sta facendo lentamente ma progressivamente strada nella nostra società; se ne parla poco, forse ne hanno sentito parlare solo alcuni genitori che hanno bambini all’asilo nido, alla materna o alle scuole elementari.
E’ la teoria gender, che nascerebbe dall’apprezzabile intenzione di eliminare la discriminazione di origine sessuale a partire dalle scuole. Questo almeno è quello per cui viene fatta passare.
In realtà si tratta di qualcosa di molto più grande, che va assolutamente al di la di una qualsiasi lodevole campagna antidiscriminatoria. E’ una teoria, cioè una costruzione ideologica che vuole imporre il concetto che l’identità sessuale non è un dato naturale, oggettivo, ma uno “stereotipo di genere”, creato dalla cultura e imposto dalla società.
Questa ideologia porta avanti il concetto che ciascuno può scegliere liberamente la propria identità di genere (prescindendo dal lato sessuale) in qualsiasi momento della sua vita, anzi, può cambiarla ogni volta che vuole. Ma la cosa assurda e abominevole è che questa ideologia si vorrebbe imporre nelle scuole, addirittura a partire dagli asili nido. Il punto di arrivo è una DESTRUTTURAZIONE della identità sessuale, e quindi, della identità umana tout-court.
E’ una manovra gravissima che richiede tutta la nostra attenzione, da parte cioè non solo di chi ha figli ancora piccoli, ma di tutte le persone di buona volontà, a qualsiasi credo e modo di pensare appartengano, affinché possa adeguatamente essere conosciuta e quindi combattuta.