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Ancora poche ore e potremo verificare se l’invito alla collaborazione, rivolto dal rieletto sindaco Magrone alle opposizioni, è stato accettato o meno. Segnali positivi in tal senso, però, non se ne registrano ancora. Certo dopo quanto udito nell’ultimo comizio e durante la presentazione della squadra assessorile si ipotizzava un diverso approccio politico, un’apertura verso i rappresentanti di quella grande maggioranza che Nicola Magrone proprio non lo vuole come sindaco; o almeno un inizio diverso da quello del 2013 quando, come dicono, con un atto d’imperio fu imposta l’elezione a presidente del consiglio di Giovanna Bellino e sappiamo come è andata a finire. Concedere all’opposizione tale incarico sarebbe un segnale di discontinuità con quanto fatto nel passato e coerente con quanto riaffermato solo qualche giorno fa, invece è quasi certo che tale mansione sarà affidata alla consigliera Valentina Longo e questo giustifica il larga parte la diffidenza dei consiglieri di opposizione nel nuovo “corso” politico proposto dal sindaco. È pur vero che nel quadro politico offerto ai modugnesi sono evidenti le divisioni dell’attuale opposizione alle prese innanzitutto con i guasti e le lacerazioni che dividono in due tronconi la sinistra locale. Divisione che i futuri “frazionamenti” del partito a livello nazionale acuirà ancora di più e che comporterà nel prossimo autunno la necessità di decidere quale “corrente” debba rappresentare la sinistra a Modugno e quali saranno i loro referenti a livello regionale. Referenza regionale che il rieletto Peppino Longo potrebbe rappresentare per tutta la città se le proposte e gli inviti alla collaborazione che Nicola Magrone ha prospettato assumessero consistenza e diventassero realtà. Si paventa invece, da più parti, che quanto proposto dal sindaco più che un invito alla collaborazione è una sorta di “pomo della discordia” da lanciare sui banchi dell’opposizione per mantenere divisa una compagine che d’altronde, già di suo, fa di tutto per continuare ad esserlo.
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