“È un’ossessione”, questo dicono in tanti dopo aver sentito, ancora una volta, Nicola Magrone tirare in ballo il nome del consigliere regionale Peppino Longo. “Lo fa in ogni discorso privato e in tutti i comizi pubblici”. Un’ossessione, però, è un pensiero, un impulso che arriva contro la propria volontà, che si presenta costantemente nella mente e genera profondi disagi al soggetto afflitto appunto da un’ossessione.
Magrone non è un ossesso, Lui rimugina o meglio fa rimuginare la gente. L’ossessione è per qualcosa che può accadere oggi, domani, nel futuro, Lui invece induce chi lo ascolta a rimuginare su qualcosa che è già accaduto o crede sia accaduto. Nelle sue arringhe Magrone “rimastica” comizialmente episodi del passato, li stravolge descrivendoli secondo il suo punto di vista e spiega, a un uditorio che da lui non si aspetta altro, perché le cose sono andate in quel modo e di chi sono le responsabilità. Lui conosce bene cosa la gente ama sentirsi dire in periodi di crisi come quello attuale e Lui, enfaticamente nei comizi o in toni suadenti e melliflui negli incontri privati, lo fa magistralmente, da grande professionista della retorica forense. Il risultato è evidente e immediato: la gente va via “rimuginando” sugli episodi del passato, convinta che si siano svolti come descritto dal loro candidato sindaco e sicura di chi siano tutte le responsabilità. Nel comizio di ieri sera, pur attenendosi al solito canovaccio Nicola Magrone ha apportato qualche differenza. Oltre ad una pacchiana caduta di stile riguardante i “bambini mongoloidi” (testuale) insieme agli “andicappati” (testuale) dei quali Lui, assicura, sarà sempre uno strenuo difensore, questa volta ha deciso di “lisciare il pelo”, come si suol dire, all’altrui elettorato. Lo ha fatto in special modo con quello del M5Stelle invitandoli a considerare i tanti punti del suo programma simili al loro – anche se “il nostro contiene alcuni punti in cui siamo molto più avanti” (sic). Ha voluto chiarire definitivamente la presenza nelle sue liste di ex militanti di Fratelli d’Italia – evitando, però, ogni riferimento ad un suo grande bersaglio polemico di qualche tempo fa, il vicesindaco che lui spregiativamente chiamava “Filippo Gatti”, oggi gradito suo elettore, ma così va la campagna elettorale: oggi qua domani non si sa. Grandi inviti anche nei riguardi dell’elettorato di Nicola Scelsi, il candidato sindaco che solo qualche giorno fa veniva da Lui veementemente redarguito di mai più osare asserire di poter “togliere la coppola” a nessuno e a Lui in special modo, perché (finalmente anche Magrone, ieri sera, se n’è accorto) “nella città di Modugno c’è tanta gente onesta”. Ultimo invito alla rimuginazione collettiva, la prossima processione di Sant’Antonio “liberato da Me”, davanti al quale, bontà sua, potremo inginocchiarci senza strisciare.
No, non è un ossesso
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