I politichetti dalla scarsa caratura morale

Se è vero che per un Politico, serio, sono sufficienti poche parole per influenzare positivamente l’opinione pubblica in un comizio o in una sala conferenze – non è difficile, ci sono frasi che ogni elettore vorrebbe sentirsi rivolgere – è altrettanto vero che sono sufficienti solo pochi incontri per valutare la reale“caratura morale” di un politico. Che a volte dimostra di essere solo la “caricatura” di un politico.

E altrettanto vero è che (ahinoi) la morale varia, variano i valori morali, quello che una volta era moralmente riprovevole per un politico, oggi viene accettato, se non addirittura esaltato, come essenziale qualità necessaria per raccogliere voti. Per chi, avanti negli anni, ricorda ancora il “severo sguardo” genitoriale con cui si veniva accolti giungendo in ritardo al pranzo domenicale – unica occasione in cui  l’intera famiglia poteva e riusciva a riunirsi – o il pressante interrogatorio materno cui si veniva sottoposti per l’accertamento delle responsabilità in caso di pur innocenti e infantili marachelle, non può rimanere indifferente quando il politichetto di turno, ritenendo il proprio “tempo” più importante di quello altrui e “coglionando” chi, invano, l’ha atteso, giustifica il proprio ritardo con delle scuse infantili e ridicole, come quelle di una volta, buone solo a far ridere la mamma, che dopo aver duramente rimproverato il monello lo abbraccia perché “la mamma è sempre la mamma”.

La morale pubblica cambia, si adegua seguendo l’esempio delle persone più in vista e purtroppo oggi quelli che si mettono più in vista sono i politichetti che si pavoneggiano sulle nostre strade in vista della imminente competizione elettorale. I nonni di chi oggi è avanti negli anni, hanno trasmesso ai loro figli quella moralità che oggi, sprezzantemente, è classificata come arcaica. Loro osservavano i precetti morali trasmessi dai loro genitori, il rispetto e la disciplina, principali virtù dei notabili cittadini dell’epoca dei quali seguivano l’esempio. Chi di anni ne ha tanti ha ricevuto, come indivisibile eredità dei propri genitori, gli stessi precetti morali che oggi, caparbiamente, cerca di trasmettere; purtroppo però non hanno dei buoni esempi da indicare ai propri eredi. Così, spesso, per non rimpiangere troppo le antiche virtù, gli “arcaici” si accontentano di rinfrescare la memoria immergendosi nella lettura dei classici. In questa campagna elettorale, ormai entrata nel vivo, sembra siano sempre più attratti dall’ “Attico” del De viris illustribus di Cornelio Nepote, che non tratta di abusi edilizi ma di un “Uomo” che la nostra classe politica non sembra in grado di emulare.

Ne diamo un minuscolo assaggio:

(Attico) … Non diceva bugie e non riusciva a sopportarle. Pertanto la sua giovialità non era priva di rigore, e la sua serietà non priva di affabilità, così che era difficile
capire se i suoi amici lo temessero o piuttosto lo amassero di più. Tutto ciò che gli veniva chiesto lo prometteva con cautela, poiché giudicava insignificante e non generoso chi prometteva ciò che non era in grado di dare. Ma una volta che aveva detto di sì, aveva tanto scrupolo nel mantenere la sua promessa che sembrava trattasse un affare suo anziché uno affidatogli. Non abbandonò mai una questione dopo averla intrapresa, perché riteneva che fosse in gioco la sua reputazione, la cosa più cara che aveva.

Per chi vuole approfondire:

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