
Nel dicembre 2012 il penultimo commissario prefettizio, dott. Magnatta, delibera una riorganizzazione degli immobili di proprietà pubblica idonei ad essere utilizzati come uffici comunali. Nel mese di luglio dell’anno successivo, il 2013, pochi giorni dopo il suo insediamento il neo eletto Sindaco Magrone con la sua giunta comunale, delibera di trasferire nell’immobile ex direzionale il servizio cultura, destinando il locale sito al piano terra alla biblioteca comunale, il locale sito al 1° piano a sala espositiva ed il locale sito al 2° piano a sala per la celebrazione di matrimoni civili (ad uso non esclusivo) e a convegni, trascurando non solo l’aspetto della finalità alla quale è destinato l’immobile ma anche la presenza, proprio in quei locali del piano terra, di quella attività museale alla quale l’edificio è destinato. Attività museale portata avanti, volontariamente e gratuitamente per la cittadinanza modugnese, dai soci cittadini dell’Istituto del Nastro Azzurro una di quelle Associazioni Combattentistiche che si preoccupano di tenere vivo il ricordo dei caduti di tutte le guerre, senza alcuna distinzione di parte. Una associazione, quella dell’Istituto del Nastro Azzurro, che nei giorni dedicati alla memoria organizza delle meravigliose sfilate lungo le strade cittadine; che si preoccupa di addobbare la città con quel tricolore spesso vituperato e dimenticato; che ricorda ai più smemorati quello che significa essere attaccati alla propria terra , alla patria.
La sezione di Modugno dell’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO non deve essere spostata, il museo realizzato dai volontari dell’Associazione Combattentistica merita di restare dov’è; i modugnesi si mobilitino affinché si realizzi finalmente quel museo da tempo promesso perché “guardando il passato si possa valorizzare il presente” (prof. F. Pastore dixit)