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La Fiera del Levante: un contenitore di emozioni, di cui i Baresi sono orgogliosi, poiché rappresentativa di un vessillo del territorio ormai da decenni, un fiore all’occhiello conosciuto oltremare, un invito formale alla comunicazione e al dialogo fra i popoli che, sia pur travestito da economia, è un invito al vicino ospite o a quello che viene da lontano, ad entrare in casa nostra; una caratteristica di questa terra: non sbattere mai la porta in faccia a chi si affaccia.
La Fiera del Levante: così immortalata, poiché si trova ad est dello ‘Stivale’, di fronte ai Paesi da dove si leva il sole, è diventata anche la porta d’Oriente, un ponte non più immaginario, ma reale, di comunicazione e scambio di culture, italiane e non.
La Puglia, terra nostra di confine, è un faro in mezzo al mare che non ha mai detto di no al forestiero, non perché lo Stato glielo ha impedito, ma perché il fatto umano ha sempre prevalso nel cuore dei Pugliesi, forse orgoglioso retaggio di nostro Federico II, imperatore e uomo inimitabile e immortale, dalla mente e dalla mano larga…all’azione però, che in una Fiera del popolo e dei popoli, dove si dovrebbero fare proposte e pianificazioni, soprattutto per il Mezzogiorno, non sarebbe venuto solo a dire: “Stiamo lavorando per voi”, ma prima lo avrebbe fatto e poi, forse, lo avrebbe detto. Il primo, tra i fatti… fattibili, quello di degnare di una dignità tuttora negata, quei commercianti e visitatori che si trovano nella famosa e super gettonata Galleria delle Nazioni, che altro non sembra che una location ‘saunistica’ quasi per forza e non per scelta. Un problema che pare esista da anni e che non è ancora risolto, mentre nei padiglioni adiacenti, la temperatura e l’umidità sono a misura umana. Alcuni settori sono forse più importanti di altri? …E i lettori? Sorrideranno, per licenza mia, poetica, ma anche per aver colto l’essenza.