Gli ammutinati di palazzo Santa Croce

Nelle polpettonate versioni hollywoodiane del più famoso ammutinamento nella storia della marina britannica, quella della fregata mercantile Bounty, realmente avvenuto nel 1789, il comandante della nave William Bligh viene sempre descritto come crudele e spietato, in realtà egli era insolitamente progressista per un ufficiale della marina britannica di quei tempi. Dopo aver portato il suo equipaggio nei paradisiaci mari del sud viene abbandonato, insieme ai pochi marinai rimastigli fedeli, su una scialuppa in alto mare, dopo l’ammutinamento della maggioranza dell’equipaggio. Ammaliati dal libero amore delle tahitiane e dalla rigogliosa natura tropicale che tutto dona senza doverlo lavorare, i suoi marinai, capeggiati da altezzosi ufficialotti, si ribellano a chi li aveva condotti in quei campi elisi e decidono di autogestirsi. La storia si concluse con varie impiccagioni e suicidi fra gli ammutinati e la premiazione del comandante Bligh, con la nomina a governatore del Nuovo Galles del Sud, per essere riuscito a tornare in Inghilterra dopo aver percorso 6700 chilometri di mare aperto, in appena 47 giorni, su una misera scialuppa sovraffollata.
Cosa centra tutto questo con Palazzo Santa Croce è, senza alcuna ombra di dubbio, una domanda legittima. Le analogie, però, sono notevoli. Non si è giunti (ancora per quanto ?) all’abbandono in mare aperto del comandante di palazzo, non ci sono paradisi tropicali e indigene compiacenti ma l’ammutinamento di una larga parte della ciurma, magistra…lmente condotta a destinazione è evidente. Anche a chi non va a cinema.

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