Questo è il tempo che ci hanno messo per “dichiarare” di essere d’accordo;
certo negli ultimi minuti c’era ancora chi veniva informato di non aver capito e chiedeva se per questo motivo dovesse ritenersi “deficiente” ma, alla fine, grazie alla “piacevole” ripetizione di quanto già detto dal sindaco, i rappresentanti della maggioranza sono riusciti a spiegare finalmente in modo chiaro due cose essenziali: 1° che nella dismessa cementeria l’amianto c’era e c’è ancora e 2° che le tonnellate di amianto portato via “forse” non sono state asportate con i giusti criteri di sicurezza; ed è su quel “forse” che si è discusso a lungo. Il consigliere di maggioranza Ragnini, primo firmatario della richiesta di un consiglio comunale che discutesse del caso cementeria, proponeva nel suo atto di indirizzo (alla fine ritirato con unanime approvazione) la sospensione dell’abbattimento della fabbrica fino all’accertamento della regolare procedura dei lavori di demolizione.
In un primo momento l’atto di indirizzo proposto dal consigliere Ragnini sembrava non dovesse essere accolto in quanto non protocollato nei tempi utili (tre giorni prima), ma grazie alla benevola intercessione del sindaco che, pur rimarcando l’irritualità della procedura, si diceva favorevole a tale tardivo accoglimento, è stato possibile per il “verde” consigliere comunale leggere in aula, a beneficio del pubblico e dei consiglieri presenti (tutti), il suo “atto di indirizzo”. Sicuramente incoraggiata dalla indulgente concessione al consigliere Ragnini anche la sua collega Longo ha presentato un atto di indirizzo non preventivamente protocollato, senza per questo incorrere nella reprimenda della presidenza.
La relazione in premessa di tale atto di indirizzo, successivamente adottato e fatto proprio dall’intero consiglio comunale, è apparsa subito, anche ai meno attenti, frutto di una lunga ricerca svolta da più persone e che ha potuto contare sull’apporto autorevole di professionisti che hanno potuto raccogliere le informazioni (quelle non misteriosamente sparite) presso gli uffici di varie amministrazioni.
Molto significativa l’enunciazione da parte del sindaco della sua ferma volontà di non procedere alla formalizzazione di una ordinanza sindacale per il blocco dei lavori di demolizione dei manufatti della cementeria, non essendo serio il chiedere di bloccare tali lavori dopo che le precedenti amministrazioni ne avevano concesso le varie autorizzazioni; ed è proprio questo riferimento alle vecchie amministrazioni che è diventato il tema sotterraneo, oscuro della discussione: noi ci siamo da poco, l’amianto c’è sempre stato mentre un vostro assessore addirittura ha detto il contrario e lo ha detto in un modo per cui è stato necessario consultare la maggior parte della letteratura italiana per capire cosa avesse detto – a questa ironica tirata ha fatto il paio un’ironica enunciazione di auguri sull’utilizzo di un fantomatico “tesoretto”, ammonticchiato dalla presente amministrazione che potrebbe essere usato per l’acquisto dell’area della cementeria per poi trasformarla in un parco urbano.
Il parco: altro argomento sul quale sono tutti d’accordo e unanimemente ne auspicano la realizzazione; salvo poi dibattere, contrapponendosi sui due fronti, sul come realizzarlo. Il sindaco dice – e molti della maggioranza piacevolmente ripetono – che è possibile determinare, da parte della sua amministrazione, il cambio di destinazione urbanistica dell’intera area o quanto meno usare tale prospettiva come forte argomento di contrattazione in un futuro incontro con la proprietà della cementeria, ed invece, dall’opposto schieramento, si avanzano dubbi sulla fattibilità di quanto più volte asserito ma sono d’accordo che è una “pensata” intelligente
Tutti sono d’accordo che l’amianto c’è; tutti sono d’accordo sul fatto che “forse” i controlli sui lavori di smantellamento sono inadeguati; tutti sono d’accordo che bisogna fare il parco; tutti sono d’accordo sull’utilità di discutere su tutto questo; ma è proprio necessario riunirsi ed impiegare tanto tempo per dirsi d’accordo?