La celebre frase “S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche” (se non hanno pane, che mangino brioche!)
– erroneamente attribuita alla decapitata Maria Antonietta d’Austria – sembra fare il paio con quella di Enrico Letta “mangeremo il panettone, anche l’anno prossimo”. Detta con ingenua ironia, in una situazione di grave crisi come l’attuale che non ha niente di meno negativo di quella che determinò l’esecuzione pubblica della regina consorte di Luigi XVI in Francia, lascia però un livido sulla faccia dei tanti italiani che in questi giorni manifestano nelle piazze impugnando attrezzi agricoli normalmente impiegati in lavori più utili. Parlare di panettone quando c’è chi ha problemi per approntare un pasto per i figli denota leggerezza d’animo, mancanza di problemi, sicurezza per un meraviglioso futuro determinato da un roseo presente pieno di cenoni e pranzi pagati con i sacrifici di chi non arriva alla seconda settimana di ogni mese e che all’anno prossimo sperano solo di arrivarci. Oggi come ieri chi governa, molto spesso, perde i contatti con la realtà di ogni giorno e conferma il popolare detto: il sazio non crede a chi digiuna. Con il loro comportamento hanno talmente perso credibilità che ogni loro gesto di solidarietà viene visto con sospetto dai “governati”: perché ora? che ci guadagna? queste sono le domande che la gente rivolge a chi vuole rispondere. Grazie al Cielo non sono tutti uguali. Un noto personaggio politico locale che, come risulta ai meno distratti, da anni contribuisce ad alleviare il disagio di molte famiglie modugnesi in difficoltà, anche questo Natale, aiutato dalla consorte, sta organizzando alcune iniziative di solidarietà che prevedono “fatti” concreti e non vuote chiacchiere; se qualcuno solo oggi se ne accorge (e sospetta chissà che) è solo perché il numero delle famiglie in difficoltà è purtroppo aumentato e non è più possibile agire operando “in silenzio e nell’ombra” e tale comportamento è già una risposta ai soliti malpensanti. Copiamolo.