Chiese aperte con la ProLoco

Madonna dei Martiri-L’altare maggiore

Chiesa dell’Assunta

Le Monacelle – Interno

Una giornata dedicata alle Chiese del Borgo antico

 

Molto più numerose un secolo fa, ne sono presenti ancora una dozzina e, per parlarvene, la prenderò un poco alla lontana.

Nell’anno 1347 la Peste Nera fece la sua comparsa in Occidente. Sbarcò a Napoli e di lì si diffuse in Italia ed in Europa. Intorno a Modugno si combatteva per il possesso del Reame di Napoli tra i sostenitori della regina Giovanna “dai quattro mariti” ed il cognato Luigi re d’Ungheria. All’apparire della peste, Luigi abbandonò la Puglia e lasciò a Filippo Schutz “il Malospirito” ed ai suoi mercenari il compito di devastare le Terre e diffondere il contagio. “Guerra e Peste: chi si spoglia e chi si veste” recita il proverbio. Finì la guerra e cessò l’epidemia: i superstiti si ritrovarono eredi di insperate ricchezze. A questo periodo risalgono le prime chiesette private di Modugno. Erano tempi molto duri: non c’era la penicillina né l’Assistenza Sociale. I bambini morivano come passeri nel gelo ed i mendicanti, per sfamarsi, bussavano alle porte dei conventi (Modugno, nel tempo, ne ebbe cinque; tre maschili: San Domenico, Sant Agostino e San Francesco; due femminili: Santa Chiara e Santa Maria della Croce). I Santi erano gli avvocati difensori: specializzati per ogni malanno o sventura, proteggevano chi era loro devoto: Sant’Apollonia contro il mal di denti; Santa Lucia contro le oftalmopatie; Sant’Agata contro le mastopatie; e così via … . Erigere una chiesa, una cappella, una semplice edicola in onore di un Santo voleva dire metterGli a disposizione, come per un libero professionista, uno studio dove i clienti, i devoti, venivano ad onorarlo, riverirlo, venerarlo ed, esponendoGli i propri problemi, a richiedere la Sua intercessione. Costruire una chiesa era ritenuto un modo efficace di costringere Dio a scendere a patti con l’Uomo attraverso la mediazione di amici comuni, i Santi protettori, appunto. Ecco il motivo dell’abbondanza, in Modugno, di edicole religiose e di chiesette private. Ma i problemi dovevano essere veramente tanti e complessi perché nella scala delle preferenze devozionali vediamo abbondare le chiese e le edicole dedicate alla Madonna. Chi meglio della Madre poteva conoscere i guai della vita? Il marito senza lavoro; il figlio malato; la figlia che non trovava marito? E allora tutti a pregare la Madonna dei Sette Dolori, a chiedere aiuto alla Madonna della Grazia.

Gli eredi di famiglie illustri pensarono di fabbricare edifici per il conforto spirituale del popolo. Gli Johannaci eressero la chiesa di San Giovanni, in onore del loro Santo eponimo, e l’ospedale annesso per la cura e l’assistenza ai malati ed ai pellegrini in viaggio verso la Terrasanta; i De Chirico, soprannominati chissà perché: “Malacarne” , costruirono la chiesa di S. Antonio di Vienne, dedicata al Santo protettore dall’erpes zoster (il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”, al quale era intitolata una confraternita di monaci farmacisti. Di origine bizantina i primi; franco-angioina i secondi, spesero volentieri del proprio a beneficio della loro città. I recenti restauri nella chiesa di S. Giovanni hanno riportato alla luce un affresco absidale del XIV secolo: un Padre Eterno benedicente, di grande potenza espressiva, che accoglie a braccia aperte chi a Lui si rivolge.

La chiesa di S. Antonio sorgeva di fronte al Portello, la piccola porta occidentale nelle mura trecentesche, sul percorso della strada romana (via Carmine) che aveva favorito lo sviluppo del paese, così altre chiese sorgevano su quella strada: S. Maria alla Muraglia, oggi scomparsa e sostituita dall’ottocentesca chiesa del Carmine; S. Pietro Apostolo, anch’essa sparita; La chiesa di San Michele della famiglia Della Rizza, della quale ci rimangono le fondamenta e le tombe; e poi le chiese cinque-seicentesche dei palazzi nobiliari: La Natività di Maria, dei Signori Cesena; il sacello della Vergine, della famiglia Di Monte; Sant’Anna nel palazzo del Conte Stella; e i sepolcri dei morti di peste: Santa Lucia (Santa Maria Troiano); l’Assunta ; Santa Maria dello Spasimo (la Madonna dei Martiri; Santa Maria del Suffragio (la chiesa del Purgatorio). Opere di fede, impreziosite da opere d’arte nelle quali venivano profuse le ricchezze dei proprietari-custodi. Queste chiese sono testimonianza della fede dei nostri avi, ma anche della loro cultura e dell’amore che portavano alla loro città. Forse, averle tutti i giorni sotto gli occhi ce ne fa dimenticare il valore, ma questo Natale ci hanno pensato gli alunni della Scuola media “Dante Alighieri” a farcelo riscoprire.

L’Associazione Pro Loco di Modugno ci invita tutti alla manifestazione “Chiese Aperte 2013” il 20 dicembre p.v. ed i giovani allievi della Dante Alighieri ci faranno da guida.

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