Vandali in "visita" all’Asl di Via Paradiso
A distanza di un anno e mezzo dall’apertura della nuova sede, sono già tre gli episodi di inciviltà che si contano ai danni della sopra menzionata struttura. Furti di targhe e danneggiamento alla cartellonistica, indispensabili all’orientamento di pazienti e visitatori del distretto sono l’oggetto dei misfatti. Il perché? Le motivazioni sono da ricercarsi lungo la linea che distanzia l’idiozia dalla noia, piuttosto che tra rimostranze intimidatorie per il raggiungimento di insani obiettivi.
Se la paternità di tali azioni appartenesse a minori annoiati che emulano gesta di improponibili eroi delle consolle elettroniche, la responsabilità non cadrebbe tanto distante dai rispettivi genitori, forse demotivati o non più capaci nel tener salde le redini educative, perché rassegnati a subire spesso e non più reagire innanzi al “corruttivo” do ut des da parte della propria prole. Se queste azioni vandaliche fossero invece riconducibili a gente, solo per l’anagrafe adulta, saremmo al cospetto di un enorme disagio sociale, non che il primo caso esuli da tale sfera. Sta di fatto che in un senso o nell’altro, il rispetto per la cosiddetta cosa pubblica, meritevole di massima tutela, è un principio sacrosanto ed inderogabile del viver civile, nonché strumento valutante il rispetto altrui, senza inoltre dimenticare le risorse pecuniarie (di tutti i contribuenti), investite per il ripristino di tali strutture. Perché l’Asl non è il solo epicentro di atti scellerati, ma è uno dei teatri assieme ad altri palcoscenici sparsi nel territorio, vittime di soprusi. Si va da lampioni danneggiati che privano le strade della necessaria illuminazione a muri di strutture pubbliche e abitazioni private, colpiti da “attacchi d’arte” di “piccoli Van Dal crescono”, solo per citarne alcuni casi.
E’ dunque un emorragia da tamponare, per poi procedere alla cura. Come? Magari un primo passo verso un’opera di sensibilizzazione potrebbe passare attraverso un intervento congiunto scuola-famiglia con supporto di esperti, utile alla comprensione dell’origine del disagio e alla parallela quanto determinante importanza del rispetto, a questo punto, non più solo delle “cose pubbliche”, ma della vita stessa intesa nel senso più ampio del termine.
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