Come eravamo…nel ‘‘700 barese’

‘‘700 barese è la commedia che ormai da 12 anni, registra il tutto esaurito,

nonostante sia arrivata il 20 ottobre scorso alla sua 659a replica, quest’ultima al teatro Forma di Bari.  I tre appuntamenti realizzati il 12, 13 e 20 di questo mese, non sono bastati ad un pubblico avido di ricondursi alla sua radice storica, ricca di tradizioni immerse in una cultura popolare tipicamente locale, della Bari vecchia del ‘700, che nemmeno il regime borbonico riesce a scalfire più di tanto. Sono stati programmati altri tre appuntamenti per il 6,7 e 8 dicembre 2013, sempre nella stessa location, poiché le richieste si sono rivelate in esubero. La compagnia ‘La Piccola Ribalta’ ha regalato circa tre ore di interesse e divertimento, attraverso la regia di Franco Spadaro nel suo doppio ruolo di regista e attore. Don Peppino, cagionevole di salute deve barcamenarsi tra beghe familiari e sfruttamento del lavoro. Eccellente la scenografia di Gianna Pellicciaro che ha riportato uno scorcio dei vicoli del Borgo Antico di Bari come un quadretto di vita quotidiana dell’epoca e di oggi. Due famiglie vicine ma contrapposte dagli stessi problemi, quello di come sbarcare il lunario e di ‘maritare’ le proprie figlie, prima che scada il tempo giusto, un problema affliggente, se si pensa che per farlo, bisognava presentare necessariamente una dote ‘da portare’. Stesso problema per gli uomini, fidanzati con le ragazze del Borgo, che nel frattempo cuciono e ricamano nel loro cortile. Assenti da lungo tempo, perché imbarcati, a pesca, per poi vendere il pescato ad un prezzo ribassato per via dei grossisti meschini, finalmente arrivano a casa stanchi ma contenti. Peccato che il focolare domestico sia disturbato dall’esacerbazione di una guerra tra poveri, a causa di equivoci nati dall’ansia per la sistemazione delle loro vicende sentimentali. La gelosia e la rabbia sfociano acquisendo toni esagerati, tanto da coinvolgere la cancelleria criminale borbonica, con un suo rappresentante (napoletano naturalmente) a Bari, che non disdegna di aggiustare il tutto accettando ‘regalini’ (un telaio di pesce) da don Peppino, tant’è che il caso, che sarebbe dovuto arrivare al giudice di Trani, allora il nostro imponente capoluogo pugliese, rimane isolato a Bari,  per ‘bontà’ del cancelliere. E pensare che all’inizio non voleva niente… Splendida interpretazione di Mariolina De Fano tornata in mezzo al pubblico felice di rivederla, lei, Virgilio della storia. E’ inutile negare che il proprio passato culturale è uno stampo nel nostro DNA, una sorta di nenia, di richiamo nostalgico che non si può e non si deve giudicare negativamente per gli sbagli fatti, ma è una risorsa spirituale che ci sprona, la spinta che ci conduce a vele spiegate verso altri orizzonti di cambiamento; migliorativi, ci si augura, ma i posteri apprezzino.

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