COMUNICATO SEGRETERIA SINDACO MAGRONE
La dura eredità del passato, la Tares del Governo e del Commissario prefettizio, la mancata raccolta differenziata, le periferie ed il centro storico, le nuove povertà, il lavoro che si perde, le prospettive. Sono i temi che il sindaco e la giunta comunale di Modugno affronteranno dialogando con i cittadini di Modugno, insieme con i consiglieri comunali di maggioranza, giovedì 26 settembre, alle ore 18.30 nell’auditorium dell’Istituto T.Fiore (Itc) a Modugno
Tra le questioni più scottanti, in questo momento, a Modugno come nel resto d’Italia, c’e’ quella della Tares, il tributo su rifiuti e servizi imposto dal governo e regolamentato a Modugno dal Commissario prefettizio. Il tributo nel comune modugnese è reso ancor più gravoso dalla mancanza di una raccolta differenziata. Il sindaco ha spesso sottolineato al riguardo: “Paghiamo oggi scelte del passato osceno, ma serve una svolta per accrescere la differenziata da subito”. L’impegno dell’attuale amministrazione, con la collaborazione essenziale dei cittadini, è di migliorare il livello della raccolta differenziata e di ricondurre – dice Magrone – ad equità e tollerabilità ogni forma di tassazione. “Abbiamo messo mano alla Tares per ridurne gli effetti devastanti su famiglie, artigiani e imprese. Abbiamo per questo, come amministrazione, previsto graduazioni e ampliamenti di esenzioni ed agevolazioni, ma tutti dobbiamo essere consapevoli che si tratta di attenuazioni e aggiustamenti: il vero problema, a proposito della Tares a Modugno, esosità impressionante della tassa a parte, è e resta la raccolta differenziata, ferma da molti anni al 13%”.
Oltre a tutti i problemi che affliggono Modugno, retaggio di 12 anni di scempi amministrativi, si parlerà anche della difficile situazione occupazionale e delle difficoltà economiche nelle quali sono precipitate le famiglie, si parlerà della situazione OM per la quale il sindaco di Modugno si è impegnato a compiere un percorso giudiziario che impedisca all’azienda di danneggiare ulteriormente i lavoratori e a favorire un percorso cooperativistico tra i lavoratori e con chiunque voglia intervenire per strappare la fabbrica alla morte. “La chiusura di un insediamento industriale – ribadisce Magrone – e’ una tragedia per la nostra comunità. Devo prendere atto delle parole che si dicono altrimenti gli incontri e le riunioni che facciamo diventano vuote e retoriche”.