L’irrevocabile pagamento della TAssa sui Rifiuti E Servizi (TARES) che tanto affligge il contribuente
italiano in toto e ancora di più noi modugnesi – che, come i tanti italiani residenti alla nostra stessa latitudine meridionale, subiamo in maniera più pesante degli altri gli effetti della crisi – è diventato ormai l’argomento principale delle discussioni non solo di strada ma anche di famiglia. Aumentata di due o tre volte rispetto alla già pesante TARSU degli anni precedenti l’odiata tassa introdotta dal Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 206 – il cosiddetto “decreto salva Italia” (senza ironia) – colpisce ancora di più per la mancanza di notizie certe sul numero di rate e la loro scadenza; quanto pagare ci è stato già comunicato con chiarezza ma come e quando pagare ancora no. A differenza del pagamento della TARSU per la quale era necessaria la cartella esattoriale, e se non arrivava si poteva non pagare, la Tares è un tributo in auto-liquidazione, segue la stessa logica di altri tributi come la vecchia Imu: va calcolata e pagata in automatico.
Almeno questo ci è stato evitato e gli uffici comunali hanno calcolato l’importo del tributo e ci hanno inviato i bollettini postali per pagarla. L’imposta è stata calcolata tenendo conto della superficie dell’immobile di riferimento, il numero dei residenti, l’uso, la produzione media e la tipologia dei rifiuti prodotti ed ha come obiettivo la copertura economica del 100% del costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del comune. È possibile rateizzare Il pagamento della tassa in quattro rate annuali; la prima doveva essere pagata a gennaio 2013 ma un emendamento alla legge di stabilità ha prima spostato il pagamento ad aprile ed in seguito a luglio 2013. L’assessore Banchino ha dichiarato che a differenza dello scorso anno quando la ripartizione della spesa per la raccolta veniva grossomodo ripartita fra le abitazioni e gli immobili aziendali nella percentuale rispettiva del 40% e del 60% , quest’anno le percentuali si sono ribaltate assegnando, per legge, il 58% alle abitazioni e il 42% agli immobili produttivi; ma a questo punto è lecito chiedersi come mai se per gli immobili aziendali la percentuale di partecipazione alla spesa è diminuita molti operatori commerciali vedono aumentare del 300% la loro quota da pagare e ancora di più come mai se la percentuale di spesa a carico delle abitazioni aumenta di “mezza volta” ci tocca pagare tre volte di più? Queste sono le domande che i rappresentanti dell’opposizione in consiglio comunale rivolgeranno all’amministrazione nel prossimo consiglio comunale.