Il caimano ingabbiato
La definitiva condanna di
Berlusconi per evasione fiscale, come
Alfonso Capone a Chicago, mette fine a venti anni di indagini e processi a carico di un
“delinquente” – come viene definito dal
Fatto Quotidiano. Finalmente, dopo una cinquantina di processi, la giustizia italiana è riuscita a condannarlo in via definitiva, come riuscirono a fare i giudici americani dell’epoca con il citato gangster. Come argutamente ha dichiarato
Beppe Grillo: “Berlusconi è morto, viva Berlusconi”, con l’uscita di scena (o entrata in carcere, secondo i gusti) del più grande catalizzatore delle forze di sinistra, viene meno la ragione stessa della loro esistenza. In molti lo avevano capito fin dal disastro della gioiosa macchina occhettiana e hanno mantenuto in vita il loro totem combattendolo in piazza e salvandolo in più di una occasione nel segreto delle aule parlamentari. Il nemico vero però non è mai stato Berlusconi Silvio, avvocato – imprenditore edile – pubblicitario – miliardario in euro ma è stata e ancora di più lo sarà da oggi in poi la maggioranza degli elettori che non votano a sinistra. Liberati dall’ombra di un politico anomalo, da un imprenditore che ha fatto quello che ha voluto della politica in generale e di tanti pseudopolitici in particolare, gli elettori che non votano a sinistra potranno costituire di nuovo una solida maggioranza. Con la condanna del recordman di durata come presidente del consiglio, viene meno la ragione stessa dello stare insieme della sinistra; come potranno ancora coesistere nella stessa trincea antiliberale il sindaco di Firenze
“matto Renzi” e il presidente regionale
Nicolino Vendola o il friabile grissino
Fassino sindaco di Torino con l’espulso dalla magistratura per assenza ingiustificata dall’aostano posto di lavoro,
Antonio Ingroia? Potrà ancora essere eletto qualche mortadellona antiberlusconiana se Berlusconi non c’è più? Come sarà possibile per la sinistra vincere le elezioni con meno di un terzo dei voti se non ci sarà più il cavaliere dalla fedina penale macchiata che riesce a raccogliere un terzo dei voti validi e contemporaneamente allontana dalle urne un altro venti per cento di voti di centro destra?
Berlusconi è morto, viva Berlusconi; per il popolo dei moderati è l’alba di un nuovo giorno, per la sinistra è la fine. La condanna di Berlusconi è l’errata conclusione del sinistro progetto che prevedeva essenzialmente di mantenere il più a lungo possibile sulla scena politica il “nemico” al quale addossare tutte le responsabilità dei loro fallimenti. Se non ci sono più nemici da combattere si depongono le armi e i generali vengono congedati; e non solo quelli.
Winston Churchill insegna: vinta la guerra lo mandarono a casa; democraticamente. Tanto democraticamente da fargli dire
”la democrazia funziona quando le idee di pochi soddisfano le esigenze dei pochi che contano” e oggi a sinistra contano molto i pochi che pensano che condannando il
“caimano” potranno nuotare tranquilli nella palude parlamentare che hanno creato.
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