Il movimento politico “Fratelli d’Italia” del circolo di Modugno ha chiesto ed ottenuto un’interrogazione parlamentare da parte dell’on. Fabio Rampelli sulla questione O.m. Carrelli da presentarsi ai Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico. L’interrogazione comparirà sul sito della Camera già da lunedì prossimo 29 luglio. Il gruppo modugnese ha, per l’occasione, coinvolto i vertici provinciali e regionali rappresentati rispettivamente da Filippo Melchiorre e Marcello Gemmato.
Nella suddetta richiesta si mira, infatti, a conoscere:
a) quali iniziative si intendono adottare per far formalizzare al Gruppo Kion la volontà di vendere lo stabilimento a costo zero;
b) come il M.i.s.e.(Ministero dello sviluppo economico) intende utilizzare tale elemento di novità al fine di attrarre nuovi potenziali acquirenti;
c) quali soluzioni e proposte si intendono portare al tavolo del 30 luglio, considerato che tale appuntamento si configura essere come da “ultima spiaggia”, oltre il quale l’azienda non intende più assumere un atteggiamento dialogante;
d) quali iniziative si intendono adottare per porre un argine al rapporto conflittuale, venutosi a creare tra proprietà e dipendenti, ed alle conseguenti tensioni sociali che attanagliano ormai da tempo l’O.m. e, più in generale, l’intera zona industriale di Bari- Modugno;
e) secondo quale tempistica verranno erogati gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori.
Danilo Sciannimanico, rappresentante del circolo modugnese di F.d.i., ha dichiarato come “abbiamo inteso fornire il nostro contributo per tenere alta l’attenzione su una vertenza occupazionale che va avanti da ben due anni e che riguarda le sorti di tante famiglie di Modugno e dei comuni limitrofi.Lo facciamo con una interrogazione parlamentare, presentata dall’on. Fabio Rampelli, che ripercorre dettagliatamente le tappe di una vicenda che ha del grottesco e alla vigilia di un appuntamento fondamentale quale il tavolo convocato al M.i.s.e. il 30 luglio prossimo. Mi auguro che Governo e Istituzioni locali adottino tutti gli strumenti in loro possesso per scongiurare la chiusura dello stabilimento, attrarre nuovi investimenti privati e favorire la reindustrializzazione del sito. In tempi di crisi come gli attuali non si può consentire un pericoloso effetto-domino che coinvolgerebbe la zona industriale di Modugno, già in gravissime difficoltà.”