“La proclamazione dei consiglieri comunali eletti costituisce un momento fondamentale per il definitivo ritorno di Modugno alla vita democratica.
Convocherò subito il Consiglio perché questo percorso sia compiuto e ritornino al centro dell’attenzione i problemi e le aspettative della città”. Questo il commento del sindaco Magrone in conclusione della proclamazione dei consiglieri comunali eletti nelle elezioni amministrative del maggio scorso. Un commento forse troppo enfatico; attribuire alla proclamazione dei consiglieri comunali il definitivo ritorno della città alla vita democratica appare sicuramente eccessivo a chi non ha mai ritenuto la “democrazia Modugnese” tanto debole da poter essere messa in pericolo da sei o sette scassapagliai specializzati in “rubamazzette”; anche se agghindati di incarichi elettivi. Archiviare il commento ritenendolo frutto di un eccesso di zelo “difensivistico” conseguenza forse di un trentennale trinceramento in difesa di ben altri valori è pertanto cosa alquanto banale. In pericolo invece è la tenuta del sistema economico della città e farà bene il sindaco se renderà più snello l’iter procedurale del consiglio comunale in modo da velocizzare al massimo l’esame dei provvedimenti che saranno proposti. La pausa estiva in arrivo non sia causa di ulteriore rinvio; negli ultimi mesi si è già perso troppo tempo. Finita la competizione elettorale non sono solo gli elettori che hanno votato l’ex magistrato a desiderare che a Modugno si concretizzi quella svolta “epocale” tante volte promessa e mai realizzata; l’attendono anche gli elettori che al ballottaggio non sono tornati a votare; quelli che non hanno votato proprio, così come l’aspettano quelli che hanno votato il centro, quelli che hanno votato la destra o gli elettori che hanno preferito votare il centrosinistra non solo perché ha candidato una sindaca. E a maggior ragione l’aspettano il 27% degli elettori modugnesi che dopo aver votato il M5S alle politiche di febbraio hanno votato per il neo sindaco ad aprile. Dai commenti alquanto ingenerosi nei confronti di chi, convinto delle proprie idee, si è candidato per il movimento di Beppe Grillo, appare evidente che molti ritengono che ad ogni votazione il corpo elettorale venga rimpiazzato con altri elettori che votano pure per la prima volta; non è così, chi ha votato a febbraio sono le stesse persone che hanno votato ad aprile: se un candidato sindaco sconosciuto ai più come Serafino Corriero ottiene solo il 6% alcuni ritengono giusto accusarlo di aver perso il restante 27% di elettori e non pensano invece che è chi ha preso ciò che manca a Corriero ad aver perso ciò che Corriero invece ha ottenuto. Tutto questo però fa parte di ciò che è stato ed invece è necessario volgere l’attenzione a ciò che sarà. I primi segnali che giungono dal palazzo cittadino sono positivi – avere un diverso punto di vista non vuol dire essere strabici – e negarlo solo per partito preso sarebbe ridicolo, ma le perplessità rimangono: scegliere di governare come il machiavellico “turco” dopo aver conquistato una città da sempre governata come descritto nel capitolo IV del “principe”, potrebbe rivelarsi estremamente faticoso e il comportarsi da “volpe” – per rimanere in argomento – sicuramente non basterà a contrastare i “baroni”.