La torre della discordia

E fu così che nel bel mezzo di cammin di nostra vita, tra una votazione ed un ballottaggio,

giunti nei pressi della “Sala del Sedile dei Nobili” (sede attuale Pro Loco, tanto per intenderci) è “spuntata” tra lo stupore collettivo, il simbolo per antonomasia della città di Parigi: la Torre Eiffel. E bene si, la ditta di luminarie incaricata, in occasione delle festività in onore a Sant’Antonio, ha deciso di omaggiare dopo consulta con la commissione “Festa S. Antonio di Padova”, la città di Modugno, attraverso una più piccola (per ovvie ragioni), ma fedele riproduzione della famosa opera dell’ingegnere Alexandre Gustave Eiffel. Ma per quale motivo a Modugno c’è la Torre Eiffel? Resta comunque questa la domanda che molti cittadini modugnesi si sono posti e si pongono dal momento in cui la grande luminaria è comparsa a vegliare sulle nostre teste. Sbucata quasi dal nulla, ha incuriosito in maniera tempestiva i cittadini, quasi distogliendoli dai quotidiani discorsi di politica locale, che specie in questi giorni, la fanno da padrona. La grande luminaria situata in Piazza Sedile infatti, ha lasciato di stucco i cittadini modugnesi e non, che passando dalla piazza centrale della città non hanno potuto fare a meno di notare la bella per alcuni, ingombrante per altri, maestosità della Torre. E’ giusto però chiarire alcun dubbi e rispondere al quesito divenuto ormai ricorrente anche all’interno dei social network, dove non mancano commenti di ogni genere a tal riguardo, sul perché la scelta sia ricaduta sulla famosa torre, sollevando in diversi casi la poca attinenza con la festa in sé.
Il 13 giugno si rinnovano i festeggiamenti in onore di S. Antonio di Padova. La ditta proponente incaricata delle illuminazioni ritorna ad allestire la città dopo 27 anni (l’ultima volta in occasione della “Festa dell’Addolorata” nel 1986). Proprio in onore di questo ritorno la ditta in questione ha voluto stupire la cittadinanza con la riproduzione della Torre (riscuotendo un grande successo già in quel di Valenzano). Dunque un simbolo scelto per destare stupore, meraviglia, insomma una sorta di ciliegina sulla torta. Ciliegina, però, che in considerazione di alcuni commenti pare non sia stata del tutto apprezzata in relazione al contesto.
“E’ stato come un pugno in un occhio”, dice M., mentre A. afferma: – “E’ inutile! potevano perlomeno porre un simbolo italiano e non straniero”. Molti continuano a chiedersi il senso di questo allestimento, altri ancora lo ritengono eccessivo e inadeguato rispetto alla festa di S.Antonio. Qualcuno si appella al denaro, considerando l’allestimento uno sperperio di soldi, ma tra tante critiche, spuntano le considerazioni di chi apprezza la novità e si chiede con tono umoristico “il perché ce l’abbiano tutti con la Torre”. Per alcuni è ingiustificato l’accanimento attraverso una critica a tratti immotivata, nei confronti di una realizzazione, che può piacere o meno, ma si tratta in fondo di una semplice luminaria. Sarebbe bello, ma praticamente impossibile, chiedere a Fernando Martins de Bulhões se ha apprezzato o meno questa forma d’arte espressa in suo onore. A noi non resta che l’augurio di vivere (per chi ne avrà voglia) una lieta festa (12 e 13 giugno).

 

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