Ma l’intricata storia di un’azienda dal futuro sempre incerto tende, invece, a configurarsi sempre più come un incubo senza fine. La vicenda, costellata di varie promesse disattese, difficilmente permette sonni tranquilli per lunghi periodi ai suoi lavoratori.
Il giorno in cui era previsto il passaggio delle consegne dal gruppo tedesco Kion, proprietario dell’impianto situato nella zona industriale di Bari, all’azienda inglese Frazer Nash, l’incontro è saltato. Le trattative con la Frazer Nash che dovrebbe riconvertire l’OM per la produzione di taxi ibridi, sembrano interrotte e a spiegare il tutto c’è solo una breve comunicazione di Massimo Fedeli, rappresentante in Italia della Frazer Nash, riportante: “Le trattative fino a oggi svolte con Om Carrelli Elevatori non hanno condotto al raggiungimento dell’auspicato accordo”.
Poche righe che lasciano tutti perplessi e bastano per far tornare i lavoratori a temere. Anche l’assessore regionale al lavoro, Leo Caroli, non si spiega le cause di questa interruzione e chiede “indicazioni specifiche per contribuire al superamento del blocco”, augurandosi che “la presenza di un nuovo ministro possa far riattivare la trattativa”.
Mentre tutti attendono maggiori spiegazioni e una ripresa delle comunicazioni con l’azienda inglese, i sindacati ricordano che “c’è un’intesa sottoscritta da ministero, Regione e Comune di Bari oltre che dalle due aziende” quindi “si porrebbe un problema generale di credibilità delle istituzioni”.
Si spera in un nuovo e positivo cambio di rotta ma intanto i lavoratori sono nuovamente in presidio davanti all’ingresso della fabbrica.