Denunce a gran voce

‘Un progetto editoriale incastrato in qualcosa di più generale, che è quello musicale’

è la definizione che ha dato Emilio Garofalo del connubio verbale che  sancisce  il binomio, in questo caso voluto e fortunato,  della penna e della voce, che si sposano magnificamente,  realizzando immagini di realtà scomode di vita.
Sorpreso il pubblico per tanta verve e veemenza nell’esternazione delle verità che nessuno può sognarsi di negare. Un concerto-denuncia che ha avuto come preludio, l’introduzione al libro ‘I biscotti speziati’, romanzo edito da La Riflessione-Davide Zedda, con la prefazione di Agnese Moro. Location per scelta la Pro-Loco di Modugno, nella quale i quattro ragazzi: Emilio Garofalo, Claudio Stea in arte Samo, Francesca Stellacci e Pachi Cassano ci si sono ritrovati per caso, innamorati dello stile architettonico  del palazzo.  ‘Siamo entrati e ci hanno accolto’ ha detto Emilio con naturalezza, come si fa con chi non si conosce e si accoglie, pensando abbia bisogno di qualcosa.
I ‘biscotti speziati’ narra del realismo legato agli anni di piombo e al diverso modo di reagire dei componenti di una famiglia di media borghesia. Punto cruciale: l’orizzonte che separa il bene dal male e che non si scorge nettamente neanche fino all’alba del nuovo millennio. 
D: I tuoi  libri si somigliano in argomenti e fatti: la violenza, l’abbandono, l’apatia. Emerge un senso critico verso la società o sbaglio? Colpa dei falsi miti, pochezza, approssimazione?
R: Sì, è vero: la colpa di chi dovrebbe arrabbiarsi e non lo fa: il singolo nella collettività.
D: Come si può superare l’ ‘apatia’, dal nome di un tuo stesso libro precedente?
R: Non lo so, ma si deve. Chi si affaccia al nostro progetto scorge quest’apatia.
D. Qual è la responsabilità della politica?
R: La politica non ha tutte le colpe: Mussolini diceva “…un popolo come quello degli Italiani lo devi solo comandare…” a motivo del non ribellarsi.
D: Cosa sono i biscotti speziati?
R: L’Eden, un piccolo angolo di Paradiso.
Per l’aspetto musicale risponde Samo.
D: Canzoni denuncia le vostre?
R: Sì, storie che raccontano qualcosa di veramente accaduto, speranze, umili sfoghi canzoni nei confronti dell’amore e della società.
D: Il vostro stile è filo-De Andrè, Graziani, Fossati, Battiato, De Gregori, Finardi, Gaetano:  sono il vostro punto di riferimento?
R: Ne siamo molto legati, ma la nostra musica cerca di trovare sempre caratteristiche proprie, senza avvicinarsi troppo ai cantautori.
A Garofalo:
D: Avete inciso un CD? Pensate ad un tour? Parteciperete a programmi?
R: Certo, abbiamo inciso il nostro lavoro dal titolo ‘Storie in acustico’, abbiamo un tour da novembre 2012 ad aprile, programmi radio e tv, ma noi siamo degli outsider.  E’ un eterno ricominciare.
Così conclude Emilio, giovane cantautore al suo primo romanzo dopo i racconti brevi tra cui ‘Il paese straniero dei balocchi’, e ‘L’Apatia’
 Della serie ‘Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire’.  

 

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