Vivere una vita dignitosa è un diritto, negarlo è un reato

 

21 marzo 2013 – Nel primo giorno di primavera, coincidente con la giornata mondiale della poesia,

si è celebrata anche la giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali. L’attenzione su questa problematica culminata con la dedica di una data celebrativa, si è accentuata in occasione della commemorazione di 69 dimostranti africani assassinati il 21 marzo 1960, durante una manifestazione di protesta non violenta contro l’apartheid. Con il tempo il razzismo ha preso colori e forme diverse, ha diramato una fitta rete di stereotipi e pregiudizi che passano dal colore della pelle, proseguono per il taglio degli occhi e giungono ad una improponibile distinzione tra un nord ed un sud all’interno di uno stesso Paese. In un’epoca come la nostra, dove pare che nulla riesca a smuovere la coscienza dell’uomo, nulla tocca e tutto resta superficiale, si è deciso di voler scuotere la sensibilità comune, prendendo consapevolezza che ognuno di noi può e deve fare qualcosa per ricordare che l’uguaglianza senza distinzione di sesso e di razza non è un privilegio, ma un sacrosanto diritto insito nella natura stessa di esser uomo. Ed ecco che in occasione di una giornata così importante dedicata alla lotta contro la discriminazione, è partita l’iniziativa da parte di un’associazione di ragazzi albanesi (tra i quali la scrivente) con l’obiettivo di dar voce alle proprie idee. L’associazione in questione denominata “Luigj Gurakuqi Albanesi (Puglia)”, in onore del diplomatico e poeta della “terra delle aquile” assieme a ragazzi italiani, è stata la vera macchina motrice della giornata. Muniti di cartelloni e pennarelli i volontari in questione hanno passeggiato tra le vie della città di Bari informando e sensibilizzando i passanti in merito alle discriminazioni razziali e sociali che sono spesso causa di atti violenti e stereotipi ingiustificati. Come gesto simbolico è stato regalato un bracciale multicolore affinché questa iniziativa possa restare impressa nella mente e nel cuore di tutti coloro che hanno ricevuto questo dono, semplice e al contempo significativo. Bracciali colorati, poiché è stato proprio il colore, il fattore collante e non discriminante di questa giornata. I passanti che hanno dedicato parte del proprio tempo a questa iniziativa, hanno accolto con enorme entusiasmo i ragazzi promotori della manifestazione, lasciandosi coinvolgere e donando dei pensieri impressi su carta. – “L’identità non è la conseguenza delle discriminazioni, ma dell’unione” citava un messaggio, e ancora – “No xenofobia: free people” scriveva Ale – Per Marco invece: “in ogni diversità c’è da imparare. Chi disprezza la diversità disprezza il sapere”. Questi sono solo alcuni dei pensieri esplicati e raccolti, che testimoniano non un desiderio, ma l’esigenza universale di uguaglianza. Vivere una vita dignitosa è un diritto dell’uomo, negarlo è un reato.

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