L’appello dei simpatizzanti UDC a Modugno a fare il punto della situazione

Fra le tante richieste di analisi del voto rivolte dai lettori a Bari Sud Ovest quelle dei simpatizzanti dell’UDC sono le più numerose. In redazione  ne sono pervenute anche da parte di persone che non s’interessano abitualmente di politica ma quelle più pressanti ci sono state rivolte dai simpatizzanti del partito di Casini che ci hanno chiesto di  fare il punto sul risultato delle elezioni politiche appena concluse nelle quali la UDC ha ottenuto un risultato molto diverso da quello che si aspettavano e soprattutto da quello ottenuto poco meno di due anni fa alle comunali. Dove sono finiti gli oltre tremila voti della UDC ? (in questa kermesse politica ne ha  presi circa quattrocento ); perché da essere il primo partito è passato ad un risultato che fa rabbrividire? Queste le domande.
Molti dei simpatizzanti che ci hanno chiamato hanno comunque palesato di non essere stati entusiasti della scelta che il direttivo nazionale ha effettuato proponendo, come candidato locale alla camera, Filippo Barattolo che con il territorio modugnese ha ben poco a che fare ed è risultato poco gradito all’elettorato di centrodestra e questa potrebbe già essere una risposta. Secondo il dire cittadino l’UDC in queste elezioni avrebbe avuto un altro risultato se a candidarsi fosse stato il nostro Peppino LONGO che tra le altre cose è quello che possiede o quantomeno possedeva i voti. I consiglieri UDC dell’amministrazione commissariata erano e sono persone oneste e per bene, senza cadaveri in cantina ma è altresì vero che nella coalizione c’era anche la MPA  guidata da Filippo Bellomo che con la sua rinuncia a vice sindaco, creò la prima crepa nell’elettorato. In effetti con il senno di poi molti si sono posti la domanda se sia valsa la pena di accettare i consiglieri della lista Bellomo nel gruppo facente parte della UDC. E’ andato via Damiano Conserva perché non d’accordo sull’uscita dalla maggioranza; ha dovuto dimettersi da assessore Dino Bozzi proprio a causa di quella scelta mai chiaramente spiegata agli elettori. In seguito il comune è stato commissariato e l’UDC non si sa che fine abbia fatto. Da più parti giungono notizie che all’interno del partito ci sono lotte e manovre che non permettono la creazione di un direttivo coeso e collaborativo e propositivo. Questo appare anche agli occhi di chi guarda da fuori.  Fra il direttivo e l’assemblea degli iscritti non c’è dialogo. Come non c’è comunicazione fra il partito e la città. I tempi sono quelli che sono e portano le persone a non avere  più fiducia nei partiti, anche se pulito come la UDC a Modugno.  Ci chiedono come mai sia potuto accadere. Ad un attento esame dei risultati elettorali è chiara la volontà del popolo che non accetta più il vecchio metodo di fare politica; la gente ora vuole essere protagonista in prima persona della vita politica, vuole dire la sua, partecipare, riunirsi, confrontarsi, questo è quello che sta chiedendo, non a voce alta ma addirittura urlandolo. Ecco perché Grillo ha successo. I dirigenti di partito, di tutti i partiti e non solo  dell’UDC devono aprire i partiti alle persone, creare sportelli di ascolto, indire assemblee, forum, aprire siti web ma soprattutto avere persone che sappiano dialogare e siano disposte all’ascolto. Secondo le tante persone che ci hanno contattato queste qualità mancano alla UDC. Queste persone vogliono un incontro per fare il punto della situazione politica locale e capire quale potrà essere il loro futuro e quali sono i progetti che il direttivo della UDC ha sia a livello locale che nazionale. Fermo restando che il popolo ha fatto una scelta ben precisa sta alla dirigenza politica agire. Subito.

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