Stop alla campagna elettorale ed al chiasso mediatico. Queste sono ore di riflessione per i cittadini italiani che si apprestano al fatidico momento del voto.
Momenti di silenzio elettorale durante il quale però è importante ribadire l’importanza di recarsi alle urne ricordando i preziosi suggerimenti offertici nell’ultimo incontro organizzato dall’associazione “Piazza Pubblica”.
Giovani impegnati nel sociale che durante l’incontro significativamente intitolato “Io voto…! – il diritto e il dovere di essere cittadini“ dopo un excursus sui diversi sistemi elettorali e un approfondimento della legge elettorale italiana in vigore (n. 270 del 21 dicembre 2005 c.d. “Porcellum”) hanno sottolineato l’importanza di partecipare alle elezioni politiche.
“Mancando un quorum partecipativo per la validità dell’elezione, qualunque sia la percentuale degli aventi diritto al voto che si recherà alle urne la votazione sarà comunque valida! Quindi non esercitare il diritto e dovere di voto equivale a consegnare il paese nelle mani dei pochi che hanno interesse a far si che ci governi una determinata lista o coalizione” ha spiegato il vice presidente dell’associazione, Roberto Signorile che insieme a Flavio di Cristo ha relazionato durante la serata d’approfondimento civico.
Debellata la possibilità di astensionismo per le ragioni sopra dette, i ragazzi di Piazza Pubblica hanno poi voluto spiegare anche le motivazioni per cui il cosiddetto “voto di protesta” significherebbe “mettersi da parte” e far si che una ridotta parte della popolazione decida per tutti.
“Le schede bianche e le schede nulle non influiscono sul premio di maggioranza che viene assegnato in base alle schede valide. L’attuale legge elettorale prevede che i calcoli per l’assegnazione dei seggi e dunque anche del premio di maggioranza siano effettuati esclusivamente sulla base dei soli “voti validi espressi” (secondo l’art.1 comma 12, L.270/2005) ”.
Soprattutto si è voluto sfatare il falso mito del “rifiuto” del voto, che ultimamente pare riscuotere successo sul web e sui social network tra chi ha sfiducia nella politica. Si tratta della scelta di rifiutarsi di votare al momento della consegna delle schede elettorali con la richiesta al segretario di mettere a verbale le motivazioni del rifiuto. Il nostro ordinamento non prevede questo tipo di rifiuto che per analogia si potrebbe far rientrare tra i casi previsti dalla legge di “voto fuori cabina” e di “artificioso indugio nell’espressione del voto” ma – specifica l’associazione – “anche in questi casi si tratterebbe di voto nullo che non influirebbe sul voto di maggioranza”.
La possibilità per un elettore di far inserire un proprio commento sul verbale di seggio, pur contemplata dalla legge, è una norma che regola il “buon funzionamento di seggio”: prevede la verbalizzazione di reclami e proteste relative esclusivamente alle modalità di espletamento delle votazioni offrendo al cittadino la possibilità di segnalare irregolarità nei seggi ma non è una possibilità collegabile al rifiuto del voto.
In un momento tanto importante per il nostro Paese in difficoltà, svolgere un ruolo attivo nei confronti della società è il primo impegno cui non è possibile venir meno. Il voto è un modo per non mancare a questo impegno.
“IO VOTO!”
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