STORIE DI DONNE

LA SARTINA DI PANARO – GIUSEPPINA CORRIERO Organizzato da un gruppo di persone che avevano deciso di aprire una mensa per i meno abbienti della nostra città partecipò, in qualità di ospite d’onore, suor Flora, una donna minuta ma con una grinta incredibile che molti anni fa ha lavorato qui da noi, a Modugno, compiendo dei veri e propri miracoli nel recupero dei tossici. Fra il pubblico sedeva una signora il cui luminoso sorriso la rendeva subito simpatica a chi la osservava; annuiva con la testa ad ogni passo di coloro che intervenivano nell’evento. Ad un certo punto il relatore invitò “la signora Giuseppina” a leggere la lettera di un tossico recuperato inviata a suor Flora. Grande fu la sorpresa nel constatare che “la signora Giuseppina” in questione fosse la stessa che sorrideva soavemente fra il pubblico. Il suo arrossire al sentirsi invitata spinse i presenti ad incoraggiarla. Lei si alzò, prese la lettera dalle mani del relatore e iniziò a leggere. Il suo timbro di voce, la precisione nella pronuncia delle parole, l’enfasi e il sentimento che ci mise catapultarono i presenti nell’episodio che si stava narrando nella lettera; furono tutti in quella casa di accoglienza, insieme a quel ragazzo e alla suora, erano lì ad assistere alla sofferenza del percorso compiuto da questo ragazzo verso la sua completa guarigione. Dalla intensità e dal trasporto con il quale leggeva apparve evidente che anche la signora Giuseppina riviveva intensamente l’episodio. In quell’istante decisi che avrei parlato con questa graziosa signora, dovevo conoscerla. E cosi è stato. Siamo diventate amiche. Ogni tanto quando c’incontriamo ognuna racconta all’altra le sue vicissitudini. Mentre la sento raccontare i fatti della sua vita, immagino la confusione che si creava in casa sua ogni pomeriggio al momento in cui riceveva le ragazzine che andavano da lei per imparare taglio e cucito con il famoso metodo Panaro, un metodo inventato dall’omonimo professore per apprendere quest’arte. La signora Giuseppina con rammarico esclama “purtroppo oggi non ci sono più corsi professionali di questo tipo, tenuti in case private, a quel tempo era una gioia per me accogliere le ragazze che allegre e festanti venivano accompagnate a casa mia dalle loro madri, oggi quelle ragazze sono diventate tutte donne fatte. Pensa, mi dice, mi alzavo tutte le mattine alle quattro per sbrigare tutte le faccende di casa: la colazione, il bucato, le pulizie quotidiane, poi alle 7 di corsa in chiesa, ad ascoltare messa, senza andare a trovare il Signore non ci so stare. Poi un bel giorno tutto finì, mio marito decise che non voleva più fare il dipendente e con la buona uscita ed i risparmi si decise di aprire un panificio, Il Forno delle Delizie, chi non lo ricorda a Modugno. Ho dovuto lasciare di insegnare taglio e cucito e insieme a mio marito mi sono dedicata completamente al forno, per ben sedici anni, poi arrivò per lui il momento di andare in pensione e cosi è stato. Ora l’unica cosa che mi rimane è la gioia di dedicarmi agli altri, porto il signore nel cuore e vado avanti.

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