“Avevamo la consapevolezza-spiegano- che da soli non avremmo cambiato le cose , ma la certezza che con impegno e serietà avremmo potuto dare un contributo positivo alla nostra città. Abbiamo mosso i nostri primi passi in quella direzione, in cui serietà, impegno e amore per il paese sono stati la bussola che ci ha consentito di navigare in acque torbide, sudice e sconosciute. Ci siamo posti quali alternativa, forse l’unica, ad una maggioranza capace di costruire solo muri invalicabili, mostrare muscoli e alimentare, consapevolmente, atteggiamenti antidemocratici ed anticostituzionali. Alternativi ad una parvenza di minoranza, tale solo per definizione. Ancora un gesto di coerenza, il nostro, con la dichiarazione di indipendenza resa pubblica lo scorso 12 ottobre, un sentito atto di responsabilità da parte di due consiglieri neoeletti di minoranza che così hanno espresso il proprio dissenso nei confronti di quei “giochini” poco leali a cui sono avvezzi i veterani della politica”.
Ed ecco dunque arrivare il fatidico 30 novembre scorso in cui Modugno, spiegano i due ormai ex consiglieri, “diventa “famosa” a causa delle vicende giudiziarie di cui parlare ci sembra sterile ed inopportuno. Con il senso di responsabilità di sempre, abbiamo aderito all’ultimo consiglio comunale per tre ragioni: 1) il raggiungimento del numero legale per consentire l’approvazione degli assestamenti di bilancio, pur non aderendo alla votazione; 2)non rassegnare le dimissioni perché legittimati dalla sovranità del voto sano e nobile dei concittadini modugnesi che ci hanno voluti seduti in quel consiglio a dar voce alla loro voce; 3) la non adesione alle dimissioni di massa presentate, in quella sede, da maggioranza e pseudo minoranza. Ancora una volta, quindi, abbiamo preso le distanze dall’intero apparato politico-amministrativo che negli ultimi anni ha “deturpato” permanentemente la nostra città”.
Un pensiero Maurelli e Mastromarco lo rivolgono alla Magistratura a cui “va la nostra piena solidarietà, affinché possa individuare e punire coloro che hanno nel tempo scalfito quell’offensiva etichetta di città corrotta che ora si associa a Modugno. L’auspicio è che questa sia l’occasione per traghettare definitivamente la nostra città in acque limpide e non inquinate, da cui ripartire con coraggio ed entusiasmo”. Infine una stoccata arriva anche per il giudice Magrone.”In ultimo ci preme rendere nota l’assoluta disapprovazione circa le dichiarazioni rilasciate dal giudice Magrone in una emittente televisiva, rispetto al coinvolgimento, nelle note vicende giudiziarie, dell’intero Consiglio Comunale. Pur comprendendo la necessità di ricevere un momento di gloria, forse perché tenuto fuori dal consiglio comunale per inciuci politici, (vedi alleanza con l’Udc), riteniamo subdole e sleali le affermazioni rese. Rivolgiamo l’invito ad una migliore documentazione dei fatti, attraverso il confronto con i sottoscritti che, atti alla mano, sono disponibili in qualsiasi momento a dimostrare il contrario”.