Per oltre 40 anni al servizio dei modugnesi, 200 targhe, 2.500 encomi, 5 medaglie d’oro e 6 coppe. Una persona che, a Modugno, tutti amano e stimano per modestia, altruismo e buon cuore. Stiamo parlando di Angela Posa, una veterana del Comune di Modugno, oggi autrice del libro ‘Una storia…in Comune’.
D: Una vita dedita al lavoro: 49 anni di servizio come istruttore amministrativo nel Comune di Modugno. Quanto ha contato nella sua vita?
R: Tantissimo. Il lavoro rappresenta molto della realizzazione di una persona. Io ho sentito d’aver dato parte di me stessa agli altri, condividendone dei percorsi.
D: ‘Storia in…Comune – mezzo secolo tra la gente e per la gente’ edito da Litopress. Perché l’idea di un libro?
R: Ho voluto creare una raccolta di ciò che la gente mi ha manifestato.
D: Dovendo dare delle priorità, ha contato di più il desiderio di carriera o di mutuo soccorso?
R: La professione e la dedizione si sono a un certo punto, intersecate fra loro. All’occorrenza, senza badare alle difficoltà, realizzavo tutto come fattibile.
D: La carriera ha preso il sopravvento sulla sua vita personale? Come è riuscita ad equilibrare il suo ruolo di professionista, moglie e madre?
R: La carriera non ha tolto nulla alla mia vita personale, poiché ho cercato di dare sempre ad ognuno il suo spazio, alzandomi presto al mattino per preparare da mangiare e pulire la casa, prima di recarmi al lavoro, piuttosto che essere approssimativa.
D: Una persona come lei, si realizza avendo un supporto alle spalle?
R: Sì, Lavoro e preghiera.
D: Qual è stata la reazione della famiglia, rispetto a questo suo modo di interagire?
R: Sono stata scoraggiata: mi ha sempre detto che non avrei dovuto aspettarmi riconoscenza anzi, a volte ingratitudine; ma io ho solo cercato di applicare i principi di Dio.
D: Cosa l’ha spinta ad andare oltre, a dare cioè, più di quello che era il suo dovere?
R: Nel prossimo vedevo l’immagine di Dio e pensando a mio figlio fuori sede, mi immedesimavo nelle situazioni altrui. Una volta in particolare, ho raccolto la firma di un ragazzo che era a casa ammalato e non poteva sottoscrivere un documento per una graduatoria nelle liste di collocamento. L’ho sempre fatto con chiunque fosse impossibilitato, senza discriminazione alcuna.
D: Amministratori, politici, magistrati, avvocati, giornalisti, colleghi, religiosi, insegnanti, militari, cittadini. E ancora: televisione, carta stampata, Internet. Riconoscimenti della collettività tutta. Cosa produce in lei tutto questo?
R: Mi fa sicuramente piacere che la gente abbia stima nei miei confronti, ma vorrei avere aspirazioni di puro altruismo. Un esempio è rappresentato dai tanti extra-comunitari che non ho mai visto come un intralcio, ma come figli, anche quando si sono rivolti a me, nel momento in cui ero già in pensione.
D: Il suo rapporto con i colleghi com’era e come è cambiato, in seguito a questa notorietà?
R: Non sempre c’è stata approvazione, ma ho sempre creduto che non sono le ore di lavoro che contano, ma la qualità.
D: Quindi è solo frutto delle nostre velleità, del nostro estro o c’è qualcosa di più che ci può spingere oltre?
R: L’umiltà. Il fatto di sapere che dovremmo avere l’obbligo morale di aiutare gli altri. Se siamo dotati di talenti materiali e morali, dovremmo dare.
D: E’ un incentivo provenuto dal dolore che l’ha investita?
R: Stranamente, quando ho perso mio figlio, questo atteggiamento si è incrementato: ore di lavoro in più non retribuite, tempo dedicato alla gente anche fuori orario.
D: Sappiamo che attualmente, continua ad occuparsi di volontariato nell’ambito del Comune.
R: Lo faccio autonomamente. Per essere utili non ci vogliono né associazionismi, né corporazioni. Si opera e basta. Se abbiamo qualcosa in più rispetto agli altri, è solo merito di Dio.
D: Quale messaggio darebbe oggi, ai tanti giovani inoccupati o ai disoccupati di mezza età?
R: E’ chiaro che ognuno ha delle aspirazioni nella vita, ma ci si deve confrontare con l’attuale momento storico; allora secondo me, bisogna anzitutto riporre fiducia in Dio, poiché a Lui, nulla è impossibile e, accettare qualunque onesta possibilità si presenti. Si rileva nel mio percorso di vita: non percepii alcuna retribuzione per i primi due anni al servizio del Comune di Modugno, come risulta dalla dichiarazione del capo ufficio di Stato Civile e Anagrafe dell’epoca, a pagina 50 del mio libro.
D: Quali sono i suoi progetti per il futuro? Insomma Angela, che cosa farà da grande?
R: Aiutare il prossimo con tutte le mie possibilità ed essere in pace con me stessa, per non avere nulla da rimproverarmi.